Rimskij-Korsakov compose Shéhérazade a
Niejgovitsij, nel 1888, ispirandosi ad
alcuni episodi e quadri, tra loro slegati,
delle Mille e una notte.
Il filo conduttore
musicale, consistente nelle brevi
introduzioni al primo, al secondo e al
quarto movimento, e nell'intermezzo del
terzo movimento, è scritto per violino solo
e ritrae Shéhérazade mentre viene svolgendo
i suoi meravigliosi racconti al crudele
Sultano. Nella maggioranza dei casi, quelli
che sembrano motivi conduttori sono invece
materiali puramente musicali, impiegati, in
tutti i movimenti della suite, soltanto per
lo sviluppo sinfonico, interferendo l'uno
con l'altro e alternandosi quali elementi
connettivi. Uno stesso motivo, presentandosi
sotto aspetti diversi, finisce così per
evocare quadri, immagini, azioni differenti.
Il motivo di fanfare, intonato dal trombone
e dalla tromba con sordina, che compare
nella leggenda di Kalender (secondo
movimento), ritorna, ad esempio, nel quarto
movimento per esprimere la tragica
predestinazione del vascello di Sinbad,
anche se l'episodio non è affatto connesso
con la storia di Kalender.
Il tema
principale del racconto di Kalender (si min.,
in 3/4) e il tema della Principessa nel
terzo movimento (si bem. magg., in 6/8,
clarinetto), riappaiono, in forma alterata e
in tempo vivace, come temi secondari
nell'episodio della festa di Bagdad, benché
nulla si dica nelle Mille e una notte circa
le persone che vi prendono parte. La frase
all'unisono, che può essere riferita al
crudele sposo di Shéhérazade all'inizio
della suite, si ripresenta nella leggenda di
Kalender, dove non è più presente il sultano
Schahriar. In tal modo, sviluppando in piena
libertà gli elementi assunti a base della
composizione, i quattro movimenti della
suite sinfonica appaiono strettamente
saldati dalla comunanza dei motivi,
presentando, nello stesso tempo, un
caleidoscopio di immagini fiabesche e di
evocazioni di carattere orientale.
La musica inizia con la presentazione della
figura cupa del Sultano (un tema poderoso in
ottava, caratterizzato da un trillo
fremebondo). Segue un breve interludio,
quindi il violino solo delinea, sullo sfondo
degli accordi dell'arpa, il sinuoso motivo
che personifica Shéhérazade.
La musica
descrive ora il movimento largo e maestoso
del mare. Risuona d'improvviso, implacabile,
la voce del Sultano (il tema è lo stesso
dell'inizio) insieme ai tremuli accenti di Shéhérazade. Il motivo di Shéhérazade, che
apre la seconda parte della suite, suonato
dal violino solo (accompagnato dall'arpa),
termina con una cadenza estremamente
brillante e introduce al
tema principale del pezzo, affidato al
fagotto. Dopo un momento di calma si
dischiude una scena di barbarico splendore:
gli squilli degli ottoni e le frasi spiegate
degli archi e dei legni si uniscono in un
susseguirsi turbinoso di tonalità.
Nel
racconto del giovane Principe e della
giovane Principessa, che costituisce il
terzo movimento, è il Principe ad apparire
per primo, personificato dalla espressiva
melodia di inizio dei violini;
immediatamente dopo appare la Principessa,
con un breve, delicato motivo, intonato
dolcemente dal clarinetto. Ancora una volta
si ode la voce severa del Sultano, fermo
nella sua decisione di uccidere la moglie
dopo la prima notte.
Ma Shéhérazade incalza
coi suoi racconti e lo distrae nuovamente
con una fiorita descrizione della festa di
Bagdad. A questa scena, animata e piena di
colore, conduce una corta e brillante
cadenza del violino. Mentre tornano a
risuonare i sinistri accenti del Sultano,
Shéhérazade, continua imperterrita la sua
narrazione.
D'improvviso ci si ritrova sul
mare, sul largo ponte del vascello di Sinbad.
Ma non è più il mare calmo dell'inizio. Le
sue ondate gigantesche arrivano ad altezze
paurose, il vascello oscilla da poppa a
prua, gli alberi si curvano, i volti pallidi
dei marinai si volgono verso una roccia
immensa sormontata da un guerriero di
bronzo; verso quella roccia è sospinto anche
il vascello, irresistibilmente attratto da
una forza misteriosa. Un fragore spaventoso
si ripercuote nel cielo. Il vascello
naufraga, con lo scafo squarciato, contro la
roccia. Ritorna il tema di Shéhérazade.
E
finalmente il Sultano parla. Ora però lo fa
dolcemente, amorevolmente. E, sullo sfondo
di ineffabili armonie, il suono del violino
si libra vittorioso.
Shéhérazade fu eseguita, per la prima volta,
il 28 ottobre 1888 a Pietroburgo, diretta
dall'autore. |