Nata anch'essa durante i soggiorni sulle
rive del lago di Thun, l'ultima delle
tre sonate (op. 108) richiese una
gestazione più lunga rispetto alle
precedenti, con una lavorazione che si
suddivise nell'arco delle tre estati
comprese tra 1880 e il 1888. Dedicata
all'amico e collaboratore Hans von Bùlow;
con il quale si era da poco riconciliato
dopo circa due anni di incomprensioni,
essa si distingue dalle precedenti,
oltre che per la presenza di quattro
tempi, per un carattere decisamente più
esuberante, incisivo, spesso incline al
virtuosismo (soprattutto nella parte
pianistica), che negli anni a venire ne
avrebbe garantito una notevole
diffusione nelle sale da concerto con un
consistente apprezzamento da parte del
pubblico.
Mentre il canto del primo tema
dell'Allegretto si distende con un
sottovoce ma espressivo ricco di pathos
il breve inserimento di alcuni accordi
in tempo terzinato ne rallenta
raffrettato svolgimento quasi fossero
dei sospiri. Un ampio e concitato
episodio che si apre con uno spunto
imitativo del motivo iniziale, fa invece
da transizione alla romantica melodia
del secondo tema, esposta in successione
da pianoforte e violino è seguita da una
breve coda a completamento
dell'Esposizione. Singolare e l'impianto
dal sapore prettamente organistico della
sezione di Sviluppo: sopra un lungo
pedale di dominante si sgrana infatti un
fitto intreccio di crome dei due
strumenti, al quale il violino
contrappone successivamente dei
frammenti melodici dilatati in valori
più ampi, per poi concludere, sempre
sullo stesso pedale, con una scala
discendente a seste spezzate. Si giunge
così alla Ripresa, nella quale il primo
gruppo tematico presenta un
accompagnamento dalla trama più fitta
che crea una sorta di continuità ritmica
con lo Sviluppo, mentre l'episodio di
collegamento viene variato per giungere
al secondo tema in re maggiore (omonima
maggiore della tonalità principale). Il
movimento si chiude con un duplice
richiamo: il primo alla coda
dell'Esposizione, che con un crescendo
porta a una nuova e più concitata
ripresa del primo tema, il secondo
all'ordito musicale dello Sviluppo
riproposto sopra un pedale di tonica
che, negli epigoni finali, si interrompe
lasciando spazio agii ultimi echi del
primo tema con i quali si giunge alla
cadenza finale.
Il secondo tempo della sonata è un
Adagio in 3/8 la cui semplice struttura
è imperniata intorno a una struggente
melodia del violino seguita da un'ampia
sezione cadenzale. Tale sequenza viene
quindi ripetuta con il tema che inizia
all'ottava superiore sostenuto da un
accompagnamento terzinato più mosso, e
con un ampliamento della sezione
cadenzale, mentre una coda con accenni
del tema conclude il movimento.
Nel terzo tempo Un poco presto con
sentimento il tema principale esposto
dal pianoforte presenta un motivo reso
particolarmente accattivante dagli
staccati del fraseggio, e dal delicato
fluttuare dell'armonia che, nel suo
cadenzare, viene attraversata come da un
brivido da un rapido arpeggio
discendente. A tale motivo fa seguito
uno spunto secondario tracciato da
entrambi gli strumenti, e quindi la
riesposizione del tema da parte del
violino. Il successivo episodio che
Brahms ripete due volte con delle
varianti si compone invece di arpeggi
cadenzali seguiti da una rapida
progressione accordale e dal
riecheggiare del tema nel pianoforte,
mentre il breve accenno al tema
trasposto in modo maggiore che segue,
appare come un inatteso squarcio di luce
che prepara la ripresa del tema stesso
con la variante dell'accompagnamento
pizzicato del violino. Un'ulteriore
elaborazione del tema effettuata con
bicordi del violino conclude infine il
movimento.
Tre sono i gruppi tematici del Presto
agitato finale. Il primo di questi è
caratterizzato dalla rapida alternanza
tra i due strumenti di un vigoroso
tratto melodico in 6/8 che disperde
gradualmente la propria energia
nell'episodio subito conseguente. Si
giunge così a un secondo tema più
cantabile, la cui conduzione viene qui
affidata integralmente al pianoforte per
essere poi ripetuta dal violino, mentre
il terzo gruppo tematico presenta un
risoluto canto del violino introdotto da
un breve arpeggiare a ottave del
pianoforte che, dopo un intenso
crescendo, si ricollega, attraverso gli
arpeggi a ottave iniziali, al primo
tema. Lo Sviluppo si apre con un
accompagnamento accordale su cui un
nuovo elemento tematico tratto
dall'incipit del primo tema si dispiega
culminando in un crescendo che porta a
una sezione più concitata. Un pedale di
dominante contenente elementi secondari
del primo tema conduce quindi a una
inusuale Ripresa nella quale viene
saltato il primo tema, passando
direttamente al secondo e al terzo. La
mancanza del tema iniziale viene
tuttavia compensata dalla riesposizione
successiva al terzo tema (che già
avevamo trovato nell'Esposizione) e
dalle citazioni presenti nella coda
conclusiva. |