Il fatto che
a quel punto Berg poteva essere
"lasciato a se stesso" deve però aver
creato delle difficoltà psicologiche ed
emotive a Schoenberg, infatti la prima
composizione che Berg scrisse senza la
diretta supervisione del maestro
determinò la prima crisi importante nel
loro rapporto.
Si tratta dell'opera 4 con i testi di
von Peter Altenberg, che Berg completò
un anno dopo il trasferimento di
Schoenberg a Berlino.
Il 31 marzo 1913 Schoenberg diresse a
Vienna un concerto che comprendeva due
degli Altenberg Lieder: le proteste di
una fazione ostile del pubblico
determinarono un disordine tale da
costringere a interrompere il concerto
durante l'esecuzione dei pezzi di Berg.
Due mesi dopo Berg andò a trovare
Schoenberg a Berlino e dalle lettere
scritte al maestro dopo quest'incontro
emerge non solo che Schoenberg non cercò
in alcun modo di rassicurarlo, ma anzi
che aggiunse il proprio biasimo a quello
espresso dalla critica e dal pubblico.
Willi Reich, biografo "ufficiale" di
Berg, afferma che "a determinare la
violenta riprovazione di Schoenberg fu
forse la forma aforistica delle
composizioni più recenti" — gli
Altenberg Lieder e i Quattro pezzi per
clarinetto e pianoforte op. 5, terminati
nella primavera del 1913 — "sono così
brevi da escludere ogni possibilità di
un ampio sviluppo tematico".
E' difficile capire cosa potesse
spingere Schoenberg a criticare questa
caratteristica in Berg piuttosto che in
Webern, le cui composizioni sono sempre
"così brevi da escludere ogni
possibilità di un ampio sviluppo
tematico".
Inoltre lo stesso Schoenberg si era
appena rivolto alla "forma aforistica"
con i Sei piccoli pezzi per pianoforte e
con Pierrot lunaire.
Ancor più difficile è capire perché
Schoenberg avesse scelto di eseguire
l'op.4 di Berg in una versione
incompleta, fatalmente destinata a
presentare la composizione in una
prospettiva fuorviante, tanto più se si
considera la sua insistenza
sull'autenticità, assolutamente non
disposta a compromessi di sorta,
nell'esecuzione delle proprie
composizioni.
Questa fu un'esperienza traumatica per
Berg: non cercò più di far eseguire gli
Altenberg Lieder, pur trattandosi forse
della sua composizione più bella dopo le
due opere e la Lyrische Suite; questi
Lieder rimasero inediti ancora per
diciassette anni dopo la morte
dell'autore.
A prescindere dalla loro concisione, gli
Altenberg Lieder hanno poco in comune
con le frasi aforistiche di Webern.
Sono piuttosto delle miniature che
racchiudono in limiti di durata molto
ristretti le risorse timbriche di una
grande orchestra e un sistema
estremamente complicato ed ampio di
interrelazioni motiviche.
Nelle battute introduttive in pianissimo
sei figure ostinate simultanee, tutte di
lunghezza differente,creano un denso
appannamento sonoro.
Rigorosi schemi di trasformazione,
affini a quelli che aprono il Quartetto
ma su scala ben più ampia, portano
ordine in questo caos e fanno emergere
una progressione che arriva fino
all'esposizione in fortissimo della
figura armonica fondamentale dell'opera,
per poi retrocedere tranquillamente
sullo sfondo per la prima entrata della
voce solista.
L'effetto è quello di un denso sipario
sonoro che si apre per far scorgere e
inquadrare l'elemento centrale
dell'opera, cioè il canto.
L'efficacia delle immagini musicali e le
risorse tecniche impiegate lasciano
presagire il compositore di Wozzeck.
La formulazione lineare del primo
accordo costituisce il motivo
fondamentale dell'opera.
Il suo tema principale invece,
contrapposto a questi motivi per così
dire cellulari, è il primo esempio di
una serie ordinata di dodici note.
L'ultimo tempo, che termina con la
citazione inversa, è una passacaglia
basata su tre soggetti, uno dei quali è
questa serie dodecafonica, e quindi
anticipa la nota passacaglia su un tema
dodecafonico della quarta scena del
primo atto di Wozzeck.
Il precoce interesse di Berg per
l'esposizione sistematica di tutte le
dodici classi di altezze trova un'altra
conferma nell'accordo di dodici note che
apre e chiude il terzo Lied, nel quale
serve a descrivere musicalmente la
parola All (tutto) del verso iniziale e
finale del testo, in questo caso con i
verbi al presente: Oltre i confini del
tutto, pensoso hai spinto (spingi
ancora) lo sguardo.
Per quanto l'op. 4 sia originale e
innovativa, essa deriva
inequivocabilmente dalla musica di
Schoenberg e le sue fonti sono in
particolare il terzo e il quarto
movimento del Quartetto n. 2, del quale
Berg aveva realizzato la riduzione per
canto e pianoforte, e i Cinque pezzi per
orchestra. |