Scritta in breve tempo, tra il maggio e
l'ottobre del 1888, la Quinta Sinfonia fu
eseguita per la prima volta a Pietroburgo il
5 novembre di quell'anno, diretta dallo
stesso Cajkovskij, riportando un modesto
successo.
Il compositore, confrontandola con la
Quarta, ebbe a giudicarla, almeno
inizialmente, in senso piuttosto negativo;
solo in seguito, dopo ripetute esecuzioni,
modificò il proprio giudizio, conservando
peraltro un'opinione non molto alta del
finale.
Una sorta di tema conduttore lega tutti e
quattro i movimenti della composizione: il
tema, esposto inizialmente dal clarinetto
nel registro basso al principio dell'
Andante introduttivo, vuole esprimere,
secondo Cajkovskij, «una completa
rassegnazione di fronte al destino».
L' Allegro con anima
che segue sviluppa con drammaticità elementi
di motivi già presentati in modo
apparentemente neutro: il malinconico primo
tema, coi suoi ritmi puntati, ed il secondo
tema, dall'andamento di danza.
L' Andante cantabile, in re maggiore, è di
forma tripartita, e si apre con una accorata
melodia del corno; la sezione centrale, come
spesso in Cajkovskij, è ricca di slancio,
con una espressiva melodia affidata agli
archi; prima della ripetizione della prima
parte compare, enfatizzato, il tema del
destino dell'inizio della sinfonia, che poi
ritorna anche in conclusione.
Il terzo movimento, Allegro moderato, è un valzer d'una tristezza pacata
tipicamente cajkovskiana. L'introduzione al
Finale si apre con lo stesso tema del
destino, che compare però, questa volta, in
tonalità maggiore, assumendo un carattere di
tranquilla rassegnazione.
L' Allegro vivace presenta un primo tema in
accordi, molto enfatico, ed un secondo tema
di carattere marziale. Terminato lo
sviluppo, una lunga coda in mi maggiore,
nella quale il motivo d'apertura del primo
movimento ritorna di nuovo, conduce la
sinfonia ad una grandiosa conclusione. |