CONCERTO IN
FA PER PIANOFORTE E ORCHESTRA
All' inizio del 1925 Walter Damrosch,
direttore della New York Symphony
Society e uomo dotato di un buon fiuto
per gli affari, spinse il presidente
della società a commissionare a Gershwin
un concerto per pianoforte.Accettato in
aprile il contratto, che lo impegnava a
comporre l'opera e a eseguirne in
pubblico la parte solistica, Gershwin
partì per Londra, dove cominciò - tra
prove, concerti e vita mondana - a
buttar giù qualche idea. In giugno fece
ritorno a New York, con un certo numero
di idee fissate sulla carta e altre
nella testa; in tre mesi compose il
Concerto in fa, in un altro lo
orchestrò. La prima esecuzione era
prevista per il 3 dicembre 1925 alla
Carnegie Hall, con la New York Symphony
Orchestra. Ma un paio di settimane prima
che iniziassero le prove, Gershwin
organizzò un'esecuzione privata del
Concerto al Globe Theatre, alla presenza
di pochi amici e di qualche critico
musicale: fece qualche revisione e
qualche taglio, accolse alcuni
suggerimenti dagli amici e infine si
dichiarò soddisfatto. L'esito della
«prima» non tradì le sue aspettative:
l'accoglienza del pubblico fu
entusiastica. «Ho utilizzato certi ritmi
jazz, elaborati secondo linee più o meno
sinfoniche», chiarì lo stesso Gershwin.
La New York Symphony, qui, veniva spinta
a un linguaggio inusuale per una
compagine sinfonica: temi di charleston
(il ballo recente, a quel tempo, e di
gran moda), ritmi sincopati, melodie
nello stile del blues. La stessa
orchestrazione, in più punti, risente
delle abitudini jazzistiche. Ma i temi
del Concerto di Gershwin sono inseriti
ed elaborati in uno schema formale
modellato sulla tradizione
classico-romantica, cioè sul concerto
articolato in tre movimenti, con quello
lento in posizione centrale. |