Con Don Juan, preceduto soltanto da una
inedita prima stesura di Macbeth ed eseguito
per la prima volta a Weimar sotto la
direzione dello stesso autore l'il novembre
1889, si apre la serie dei grandi poemi
sonori di Strauss.
Composto fra il 1887 e il 1888, Don Juan
rivela nel compositore ventiquattrenne
un'autorevolezza e un magistero tecnico che
hanno pochi termini di confronto,
specialmente per il linguaggio orchestrale,
di inedito e spettacoloso virtuosismo.
Programma del lavoro č una delle tante
incarnazioni letterarie del mito di Don
Giovanni, quella del poema di Nikolaus Lenau,
da cui sono tratte tre citazioni premesse
alla partitura, corrispondenti ad
altrettanti aspetti del personaggio: l'ansia
di piacere, il desiderio sempre nuovo e
sempre risorgente dinanzi a ogni donna, la
delusione e la rassegnazione al proprio
destino
«Fu bella la tempesta che mi ha agitato
ora č
passata e rimane il silenzio.
Ogni desiderio e speranza č apparenza di
morte».
Appunto l'immagine della tempesta sembra
essere il motivo-guida della
rappresentazione di Strauss, fin dal gesto
imperioso con cui si afferma il tema di Don
Giovanni, in apertura dell'unico grande
movimento sinfonico in cui consiste il
poema.
All'interno del tema propriamente detto, che
occupa sedici battute, si caratterizzano
diversi motivi autonomi, che via via vengono
ripresi e sottoposti ad ampi sviluppi. Unitą
e varietą, dialettica fra i temi (secondo la
forma-sonata), e disposizione ciclica tipica
del rondņ si fondono in un organismo di
straordinaria articolazione.
Il senso infinito, circolare,
dell'esperienza di Don Giovanni, i mutevoli
aspetti dell'ideale femminile espressi nei
diversi temi assolvono a una funzione
costruttiva prima ancora che narrativa, fino
all'ultimo, importantissimo motivo,
stagliato verso la fine dai corni contro il
tremolo degli archi, che annuncia con un
altro gesto indimenticabile la quiete dopo
la tempesta, quando, spento ogni desiderio,
la morte si fa avanti, e «il mondo si fa
oscuro e deserto». |