J.Brahms - Concerto in la min. per violino, violoncello e orchestra op. 102
Composto nell'estate del 1887, il Doppio
Concerto op. 102 fu eseguito per la prima
volta a Colonia il 18 ottobre dello stesso
anno, sotto la direzione di Brahms, con J.
Joachim al violino e R. Hausmann al
violoncello. È, questa, l'ultima
composizione sinfonica di Brahms,
intimamente percorsa dalla sensibilità
elegiaca e contemplativa che intona la
conclusione della stagione cameristica
brahmsiana. Ciò significa, prima di tutto,
un'attenuazione dei contrasti drammatici
tipici della forma-sonata, come si può
rilevare fin dall'inizio dell'Allegro, il
cui avvio è protratto dal cadenzare
introduttivo prima del violoncello, poi del
violino, quindi dei due strumenti insieme.
La fluente melodicità dei temi sembra
evitare le tradizionali zone di tensione, al
punto che riesce difficile individuare un
vero episodio di sviluppo. I solisti,
inoltre, non esibiscono un piglio
agonistico, quanto piuttosto mantengono un
comportamento conversativo d'indole
cameristica.
Ciò appare più evidente nell'affascinante
secondo movimento, dove il melodizzare si
svolge in modo più ampio e quasi trasognato,
spaziando su arpeggi e su scale, in un
tranquillo dialogo a tre fra i due solisti e
un'orchestra rarefatta.
Il Vivace non troppo è l'unico finale di
concerto brahmsiano che non indulga a
travolgenti giochi di bravura. Il tema
dattilico, proposto piano dal violoncello,
ha garbo tutto cameristico, sottolineato
dalla discrezione dell'appoggio orchestrale.
Ed anche la seconda idea, affidata al
violoncello che procede per bicordi, si
mantiene nell'ambito di una cantabilità
distesa, né troppo appassionata né troppo
sentimentale.
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