Nell'area
culturale tedesca, Richard Strauss
ricapitola le esperienze del romanticismo (Liszt,
Wagner, Brahms e Bcrlioz) e partecipa come
protagonista alle tendenze più avanzate del
suo tempo, interpretando con acuta
sensibilità il clima del decadentismo
europeo.
Il Poema sinfonico è il genere nel quale la
sua vena creativa trova la massima
espressione, senza cedere all'estetica
dell'ono-matopea e al descrittivismo sonoro:
la partitura si riferisce a un significato
narrativo, ma è leggibile nella piena
autosufficienza dei suoi valori musicali e
si mantiene autonoma rispetto allo «spunto»
letterario.
Nel poema Ein Heldenleben (Una vita d'eroe)
del 1898. lo «spunto» narrativo è
scopertamente autobiografico. L'autore e
l'eroe, e compone un autoritratto musicale,
rievocando la propria vicenda esistenziale e
artistica.
Nell'edizione originaria il programma era
esplicito e dei sottotitoli, poi soppressi,
accompagnavano le sei sezioni che si
svolgono senza interruzione nell'arco del
poema.
La prima sezione («L'eroe») descrive il
protagonista nel pieno della sua energia
creativa:
nella seconda («Gli avversari") il gioco dei
temi disegna ì dissidi con i detrattori e il
timbro del flauto allude alle false
lusinghe:
nella terza («La campagna») alle dolci frasi
del violino solista è affidata la
caratterizzazione della donna e del suo
rapporto con l'eroe. Al tenero colloquio
segue ii brusco marziale richiamo delle
trombe nel «Campo di battaglia»: ritornano i
temi dell'eroe e dei nemici, ma alla fine un
canto trionfale saluta la vittoria; dopo un
mosaico di autocitazioni tratte dai
precedenti poemi sinfonici («Le opere di
pace»),
l'epilogo è rappresentato da un episodio
quasi pastorale evocativo della pace
raggiunta dopo le battaglie e dopo l'ultimo
conflitto con la compagna («Ritiro dal mondo
e fine dell'eroe»). |