Ai Gurrelieder (Canti di Gurre)
Schónberg lavorò tra il 1899 e il 1901,
senza completare tuttavia la
strumentazione, che finì solo dieci anni
dopo, nel 1911.
La prima esecuzione fu diretta da Franz
Schreker, a Vienna, nel 1913 e ottenne
un successo strepitoso, di cui Schónberg,
che intanto era approdato con la sua
ricerca a mete assai diverse, non ebbe
troppo a rallegrarsi.
Il testo di questa grande cantata
profana in tre parti narra la storia
d'amore e di morte del danese re
Waldemar e della bella Tove, che abita
il castello di Gurre (di qui il titolo).
La gelosa moglie di Waldemar fa uccidere
Tove, come annuncia, alla fine della
prima parte, la voce della "colomba del
bosco" (contralto); il re si ribella al
destino maledicendo dio (nella breve
seconda parte) e paga la sua ribellione
con la condanna a condurre ogni notte
una caccia selvaggia, fino al giorno del
giudizio (il melodrama La caccia
selvaggia del vento d'estate con voce
recitante suggella il lavoro alla fine
dell'ultima parte).
Nella musica i riconoscibili echi di
Wagner, Strauss, Schumann, Mahler sono
fatti propri da Schónberg con nuova
violenza e tensione espressiva; in tale
lacerante intensità il linguaggio di
fine secolo è a tratti stravolto.
Il cromatismo e la ricerca armonica sono
spinti ad esiti avanzatissimi; la
frammentazione timbrica e tematica si
spinge oltre le convenzioni
dell'orchestra tardo-ottecentesca,
conferendo un originale significato
all'inaudito gigantismo dell'organico.
Il ritardato compimento della
strumentazione (dell'ultima parte) nel
1910-11 si avverte in visionarie
intuizioni timbriche.
Da notare l'uso di una voce recitante
nell'ultimo brano, con una tecnica che
anticipa lo Sprechgesang. |