Le
Kammermusiken, composizioni per vari
organici strumentali quasi sempre di una
certa consistenza anche quantitativa,
rappresentano un blocco omogeneo, ove
l'itinerario stilistico hindemithiano si
coagula in composizioni esemplari a
puntualizzare i vari momenti
dell'evoluzione stilistica: si può dire
insomma che esse offrano, nella
produzione sterminata del musicista, una
costante di riferimento.
Anche quando vengono utilizzati
complessi della dimensione di una
piccola orchestra, la scrittura è sempre
di tipo cameristico, cesellato, e le
idee musicali si riflettono con la
massima chiarezza; inoltre lo stile è
spiccatamente "concertante," oppone cioè
sempre varie sezioni o vari strumenti,
con funzione più o meno solistica. In
questo senso è da accettare pienamente
la tesi che vuole le Kammermusiken
nate sul modello dei Concerti
Brandemburghesi di Bach, solo che
diversamente da altri musicisti, come ad
esempio Stravinski, Hindemith non
intende realizzare un "rifacimento"
stilistico, ma solo ripristinare la
limpidità del discorso
contrappuntistico, l'oggettiva
plasticità delle strutture formali.
La Prima Kammermusik (1922): il
tipo di scrittura è rigorosamente
polifonico e "dotto," ma il materiale è
decisamente moderno, politonale e a
tratti atonale, con riferimenti al jazz
e alla musica leggera opportunamente
distorti in una visione compositiva
fortemente aggressiva e ironica (si
pensi solo all'effetto parodistico e
drammatico insieme della sirena nel
"Finale"), cui non è per nulla estranea
la suggestione dell''espressionismo,
sebbene più nel senso che diventerà
tipico di Kurt Weill che non
nell'accezione schònberghiana.
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