Symphony No. 3 "The Camp Meeting"
I. "Old Folks Gatherin". Andante
maestoso
II "Children's Day". Allegro
III. "Communion". Largo
Composizione: 1904-1911 - Editore:
Associated Music Publishers, 1990 circa
Prima esecuzione: New York, 5 aprile
1946; direttore: Lou Harrison Organico:
flauto, oboe, clarinetto, fagotto, 2
corni, trombone, archiNella
copiosissima produzione di Charles
Edward Ives, solitario caposcuola
dell'avanguardia musicale americana di
inizio secolo, la Terza Sinfonia, per
mancanza di ardite manipolazioni
sperimentali e una certa, conseguente
«facilità comunicativa», costituisce una
singolare eccezione, ulteriormente
testimoniata dal fatto di essere stata
la prima (e per molto tempo unica) opera
di Ives entrata nel repertorio
concertistico. Non per questo, però, si
può dire che essa sia un'opera «di
consumo», ammiccante ai gusti del
pubblico (è appena il caso di ricordare
che Ives, per preservare la sua
creatività non condizionata dai bisogni
materiali, preferì fare l'assicuratore
invece del musicista professionista,
come era ampiamente nelle sue
possibilità visto lo spessore della sua
cultura - non solo musicale - e la
profondità delle sue convinzioni
estetico-morali). Ives concepì la sua
Terza Sinfonia come tentativo di
costruire un'opera sinfonica
esclusivamente con temi tratti dal
patrimonio popolare e religioso del New
England, dove egli trascorse la sua
infanzia («Camp meetings» erano infatti
le chiassose funzioni religiose
all'aperto cui partecipavano centinaia
di persone, con canti e suoni
disordinati ma perfettamente esprimenti
il tipico fervore puritano): egli
rielaborò il materiale già impiegato in
tre lavori per q organo scritti nel
1901, quando era organista e direttore
del coro presso la Central Presbyterian
Church di New York, e con esso, in anni
di lavoro notturno, edificò la Sinfonia
detta poi anche «degli Inni», nella
quale i temi originali sono plasmati col
tipico stile musicale «ivesiano», fatto
di densa polifonia, di politonalismo al
limite dell'atonali-smo, di trattamento
materico del suono. Nacque così un'opera
«intimista», dai caratteri per così dire
«neoromantici», nella quale però ogni
americano riconobbe immediatamente le
proprie origini, sotto forma di onirica,
nebulosa e - perché no? - commovente
rievocazione dell'ambiente religioso
degli antenati: nei mesi successivi alla
fortunatissima prima esecuzione
newyorkese (avvenuta in presenza dello
stesso anziano compositore), la Terza
Sinfonia ebbe diverse repliche, tanto da
ricevere la menzione speciale del New
York Music Critics' Circle; nel 1947,
poi, ad essa fu attribuito nientemeno
che il Premio Pulitzer per la musica. |