La vera e
propria esplosione di svariati stili
compositivi avvenuta all'inizio del
ventesimo secolo ebbe come risultato una
completa rivalutazione non solo del
linguaggio musicale, ma anche delle
forme attraverso le quali la nuova
musica poteva esprimersi
appropriatamente. Nei casi in cui la
musica veniva usata per interpretare le
idee contenute in un testo letterario,
la forma musicale era spesso e
volentieri influenzata dalla forma del
testo; la musica strumentale astratta
richiedeva invece una maggiore
ingegnosità da parte del compositore. La
necessità di asserire la sovranità della
musica (indipendentemente da qualsiasi
stimolo extramusicale), e la
determinazione a non ricadere
distrattamente nelle vecchie forme
classiche della sinfonia e de concerto,
indussero i compositori a spostare
l'enfasi alla ricerca di sonorità e
combinazioni strumentali nuove.
Il Capriccio per pianoforte (mano
sinistra) e complesso da camera di
Janàcek, fu composto nel 1926.
Praticamente tutte le composizioni
cameristiche di Janàcek hanno un qualche
contenuto programmatico, e sebbene il
programma del Capriccio non sia
esplicito come nel caso dei quartetti
per archi o del Sestetto per fiati, il
fatto che il compositore abbia pensato
di assegnarvi il sottotitolo "Vzdor"
(Sfida) dimostra che uno stimolo
extramusicale deve aver svolto — almeno
parzialmente — un ruolo nella concezione
iniziale del pezzo. L'atteggiamento di
sfida della musica può essere stato
inteso come tributo al suo dedicatario,
il pianista Otakar Hollmann, il quale
nonostante la perdita del braccio destro
durante la prima guerra mondiale,
perseguiva risolutamente la carriera
solistica. Ciò non contribuisce tuttavia
a spiegare le bizzarre sonorità del
pianoforte unito a un complesso di
strumenti a fiato consistente in flauto,
due trombe, tre tromboni e tuba. I suoni
rauchi degli ottoni del registro grave
sembrano voler presentare una specie di
comica replica ai passaggi di lirica
nostalgia per flauto e pianoforte. E'
stato suggerito che tali bruschi — e
persino grotteschi — cambiamenti di
umore esprimessero l'indignazione di
Janacek davanti alla futilità della
guerra, nella stessa maniera in cui
Bartók più tardi accostò una melodia
meravigliosa ma fragile a un banale tema
di marcia nel terzo movimento del
Concerto per orchestra — per
sottolineare come la guerra abbia il
potere di distruggere tutto ciò che
abbiamo di più caro. Comunque sia, le
strane sonorità del Capriccio di Janacek
servono a creare un'opera cameristica
bizzarra ma tuttavia profondamente
appagante, e nelle ultime pagine la
musica raggiunge una radiosa serenità
che si sarebbe ritenuta impossibile con
un organico strumentale così eterogeneo
e sproporzionato. |