Suite Scita (Ala
e Lolli) op. 20
L'adorazione di Vélèss e di Ala (Allegro
feroce) - Il dio nemico e la danza degli
spiriti neri (Allegro sostenuto) - La notte
(Andantino) - La partenza gloriosa di Lolli
e il corteo del Sole (Tempestoso, Allegro,
Andante sostenuto)
Nel 1913, incaricato da Sergej Diaghilev di
comporre un balletto per i Ballets Russes,
Prokof'ev s'ispirò alla mitologia
dell'antico popolo scita scrivendo il
balletto Ala e Lolli, Il lavoro non incontrò
tuttavia l'approvazione di Diaghilev, e non
fu mai messo in scena dai Ballets Russes. Da
tale lavoro Prokofiev ricavò, qualche tempo
dopo, la Suite scita op. 20.
Formata da quattro brani, questa suite è una
delle pagine più significative del giovane
Prokof'ev, per il suo radicalismo melodico e
armonico e per la presenza di una accentuata
componente ritmica che a tratti acquista una
barbarica evidenza, richiamando alla mente
(pur in un contesto linguistico
profondamente diverso) le opere coeve del
giovane Stravinskij.
La composizione fu eseguita la prima volta a
Pietroburgo il 29 gennaio 1916, sotto la
direzione dell'autore.
Nel primo brano della suite, L'adorazione di
Vélèss e di Ala, si descrive una cerimonia
in cui gli Sciti invocano Vélèss dio del
Sole e sacrificano all'idolo di Ala, figlia
di Vélèss.
Nel secondo, II dio nemico e la danza degli
spiriti neri, entra in scena il dio Cuzbog,
nemico di Ala e Vélèss, i cui adepti, sette
mostri pagani evocati dai loro reami
sotterranei, eseguono con lui una danza
selvaggia massicciamente marcata dai
numerosi corni che procedono, fortissimi e
compatti, per quarte, quinte e ottave
parallele.
Il terzo brano (La notte), dalle sonorità
spettrali, è dedicato al tentativo di Cuzbog
di rapire la dea Ala durante la notte.
L'intervento dell'eroe scita Lolli e quello,
ancor più decisivo, del dio Vélèss, che fa
sorgere il sole dissolvendo le entità
diaboliche, salvano Ala (quarto brano, La
partenza gloriosa di Lolli e il corteo del
Sole), conducendo la suite a una radiosa
conclusione. |