MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1908

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A. Schoenberg - Quartetto n. 2 -  Acquerelli Paolo Fiordalice

Nell'inverno 1907-08 Schònberg interruppe la composizione dello Scherzo del suo secondo Quartetto per scrivere i due Lieder op. 14.
Sono brani di impianto contrappuntistico-imitativo e il secondo ricorda la struttura di Ghasel. Come in altri Lieder del 1905 l'armonia tonale compare raramente prima della conclusione e qui ha una forza di gravitazione ancora inferiore. Alcune dissonanze, in particolare gli accordi di quarta giusta o alterata, tardano così tanto a risolvere e le loro risoluzioni sono così varie da deludere quasi del tutto l'aspettativa della risoluzione stessa. Questo processo arrivò alla sua conclusione logica poco dopo, nei Lieder tratti da Das Buck der hangenden Garten, almeno cinque dei quali (i nn.3,4,5,7 e 8) si sahe furono composti nel marzo e nell'aprile del 1908.

Qui la dissonanza è definitivamente emancipata, cioè non richiede più una giustificazione nella risoluzione. Di conseguenza scompare l'armonia strutturale, insieme con la necessità, ad essa implicita, di scrivere periodi regolari e forme coerenti con le sue regole; anche la tonalità non è più il punto di riferimento centrale. In compenso acquistano maggior rilievo l'elaborazione motivica e la tendenza a equiparare le dimensioni orizzontale e verticale: si tratta in realtà degli elementi essenziali che saranno in seguito codificati nel metodo seriale. Le poesie di George che portarono Schònberg a indagare le inesplorate possibilità espressive della libera dissonanza, descrivono in un linguaggio piuttosto involuto la nascita di una passione in un contesto esotico e la successiva separazione degli amanti. Né il poeta né il musicista miravano a una partecipazione emotiva o volevano evocare una situazione estatica. I Lieder sono per lo più lenti e calmi: mancando di ogni spinta tonale o ritmica si situano al di fuori del tempo. Ciascun Lied coglie con singolare efficacia i cangianti sentimenti di un attimo, ma da lontano, come se fossero racchiusi nel limbo di un'esperienza remota. Non c'è nulla di Waldemar e di Tove: qui il vento d'estate spazzerà subito via tutto. Cosa ne rimarrà?

La risposta di Schònberg è espressa nel Quartetto n. 2, una delle sue creazioni più originali.

Questo Quartetto è in quattro movimenti collegati tematicamente che riflettono una dopo l'altra le trasformazioni del suo stile, senza portarlo avanti. Il terzo movimento è posteriore ai Lieder op, 14, ma è meno avanzato di questi, e il finale, seppur solo parzialmente tonale, sta nello stesso rapporto con i Lieder della precedente raccolta Das Buch der hàngenden Gàrten. La ragione non sta solo nella considerazione tecnica che i movimenti successivi non potevano oltrepassare i limiti posti dall'enigmatico primo movimento, che è in Fa diesis minore, ma anche nel fatto che il compositore aveva bisogno di fermarsi a meditare sulla crisi che lo aveva colto: questa crisi era il vero argomento della composizione. Il Trio dello Scherzo cita la melodia della canzone popolare O du lieber Augustin, il cui ritornello finisce con le parole Alles ist hin, un riferimento privato alla relazione della moglie di Schonberg con Gerstl.
Nei due ultimi movimenti compare una parte per voce di soprano su poesie di George, cioè un'invocazione al conforto divino dopo le lotte terrene e una visione del viaggio dello spirito verso il regno dei cieli. Nelle composizioni vocali successive Schonberg indirizzò la sua scelta verso la dimensione psicologica, ma era certamente già consapevole che il suo scopo ultimo era di carattere religioso.

 

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