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									Feria (Assez anime, Très moderé, Plus 
									anime). 
									La prima importante opera 
									sinfonica di Ravel contiene la traduzione 
									orchestrale di una delle sue pagine 
									pianistiche più rivelatrici e celebrate a un 
									tempo.  
									Si tratta di quell'Habanera per due 
									pianoforti che, composta nel 1895 e unita ad 
									Entre cloches del '96, era venuta a 
									costituire il primo dei due pezzi di Sites 
									auriculaires, destinati a un clamoroso tonfo 
									presso la Société Nationale de Musique, il 5 
									marzo 1898.  
									Falla, che di quel brano si era innamorato, 
									si dichiarò entusiasta quando sentì che gli 
									elementi folclorici che lo caratterizzavano 
									avevano trovato ulteriore dilatazione nella 
									Rapsodia spagnola realizzata da Ravel nel 
									1907.  
									 
									Altrettanta suggestione evocativa e 
									pittorica possiedono gli altri tre brani che 
									compongono la Rapsodia. Ricco di umori di 
									danza, timbrici e melodici, Preludio alla 
									notte si avvolge attorno a un motivo 
									discendente (fa-mi-re-do diesis) di 
									ossessiva persistenza, languido ed 
									enigmatico insieme. Malaguena, per il 
									policromo frangersi di gesti improvvisi su 
									un basso ostinato, è quasi una nervosa 
									sintesi dell'ibericità raveliana (e stupendo 
									è l'assolo del corno inglese).  
									 
									Feria invece è un'esplosione di annotazioni 
									pittoresche, piene di gaiezza e di vitalità, 
									nel mezzo delle quali si cala il canto 
									estenuato del corno inglese. La prima 
									esecuzione della Rapsodia spagnola ebbe 
									luogo a Parigi, ai Concerti Colonne, il 23 
									marzo del 1908.  |