La valse (Il
valzer),poema coreografico
Al di là del suo effetto trascinante,
che l'ha imposta come opera sinfonica
tra le più eseguite in concerto e tra le
più amate dal pubblico, La valse è lo
sforzo raveliano di esaltare un emblema
musicale, il valzer alla Strauss, nella
sua essenza dionisiaca concependo una
specie di apoteosi del valzer viennese
nella cornice di una corte imperiale
verso il 1855.
L'opera era stata richiesta a Ravel,
come balletto, da Diaghilev, che poi
rinunciò all'esecuzione. Terminata nel
1920, La valse conobbe una prima
esecuzione in concerto, sotto la
direzione di Camille Chevillard, ai
Concerts Lamou-reux di Parigi, il 12
dicembre di quello stesso anno.
Fu in seguito Ida Rubinstein a metterla
in scena (all'Opera di Parigi, il 20
novembre 1928), con successo esaltante.
Nella nota di sala, in tale occasione,
Ravel stesso scrisse: «Nembi turbinosi
lasciano intravedere, a sprazzi, delle
coppie di danzatori, poi a poco a poco
si dissipano, rivelando una sala immensa
popolata da una folla vorticosa. La
scena diventa sempre più luminosa e, al
fortissimo, la luce dei candelieri
giunge al massimo splendore».
Il programma è convogliato, nella
partitura, da un'invenzione strumentale
vertiginosa. Dai cupi echi magmatici
dell'avvio, le coppie si plasmano
lentamente, quasi liberandosi
faticosamente da un intrico di ragnatele
sotto il quale viene svelandosi un mondo
trapassato. E, quando finalmente escono
allo scoperto, si esaltano sempre più
nel vortice del ballo, fino a
raggiungere uno stato di vertigine che
allude più a una tragedia che a
un'apoteosi. |