MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1928

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Ottorino Respighi - Feste romane
«La notte dell'Epifania in piazza Navona: un ritmo caratteristico di trombette domina il clamore frenetico: sul mareggiare fragoroso  galleggiano, motivi rusticani, cadenze di saltarello, la voce dell'organo meccanico d'un baraccone e l'appello del banditore, canto rauco dell'ubriaco e il fiero stornello in cui s'espande l'anima popolaresca: "Lassàtece passa, semo Romani!"». Le suggestioni offerte da Respighi hanno riferimenti così diretti nella partitura da non aver bisogno di un commento molto particolareggiato. La raffigurazione delle «trombette» iniziali, quelle da feste di piazza, è affidata al timbro acido e un po' petulante del registro acuto del clarinetto piccolo, mentre la raffigurazione del «clamore frenetico» palesa gli influssi del primo quadro di Petruska. Il ritmo dell'organo meccanico è quello di un valzer - ancora Petruska - all'interno del quale improvvisi e «stonati» squilli di tromba rappresentano le grida del banditore. Di grasso umorismo l'episodio dell'ubriaco, che ha come protagonista un trombone quasi jazzistico, mentre il celeberrimo stornello è affidato a legni, corni e archi. La sezione conclusiva è percorsa dal ritmo del saltarello, che si fa sempre più frenetico, finché un motivo vigorosamente scandito da tutta l'orchestra in ritmo binario conduce alla gioiosa conclusione.

 

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