Erwartung - libretto di Marie Pappenheim -
Tradotto in italiano da Cristina Baseggio -
(Attesa) Monodramma in un atto.
Forse l’opera più significativa del teatro
musicale espressionista, nonché primo lavoro
teatrale di Schönberg, venne composta nel
1909 a Vienna. Tanto breve (dura una
trentina di minuti) quanto densa di
contenuti drammatici e musicali, si avvale
di un libretto scritto dalla giovane
poetessa e medico Marie Pappenheim, senza
dubbio sotto l’influenza dei coevi studi
psicoanalitici di Freud. Singolare, o
comunque assai insolito in tutta la storia
del teatro d’opera, il fatto che nel lavoro
compaia un solo personaggio aspetto,
quest’ultimo, che accomuna la drammaturgia
schönberghiana alla letteratura
viennese coeva, se è vero che di lì a poco
uno scrittore del calibro di Arthur
Schnitzler avrebbe iniziato ad adottare, in
alcuni suoi celebri racconti, il
corrispondente stile letterario basato sul
monologo interiore.
L’atto unico è suddiviso in quattro quadri,
i primi tre brevissimi, non occupando
insieme che un quarto della durata
complessiva.
Scena prima . Su una strada al limitare di
un bosco, una donna cerca ansiosamente il
proprio amante. L’oscurità della notte la
opprime.
Scena seconda. La donna si inoltra nel bosco
seguendo un oscuro sentiero; è terrorizzata
dai suoni che la circondano. A un certo
momento le sembra di urtare un corpo, ma si
tratta semplicemente di un tronco d’albero.
Scena terza . Il sentiero si apre su una
radura illuminata dalla luna; ma la donna
non è meno terrorizzata dalle ombre che le
sembra di intravvedere e dai rumori che
sente sempre più opprimenti.
Scena quarta . Su una strada all’uscita dal
bosco la donna, esausta, si imbatte nel
corpo inanimato dell’amante, nei pressi di
una casa che potrebbe essere quella della
rivale: realtà e sogno, immaginazione e
delirio isterico a questo punto si
confondono
nella sua mente; mentre sorge l’alba, si
abbandona all’estasi irrazionale
dell’attesa.
L’attesa è una non-azione, uno stato d’animo
interiore, e tutta interiorizzata è la
vicenda, al punto che l’allucinata e
delirante interiorità psichica della donna
appare paradossalmente come il solo elemento
scenico-rappresentativo ‘concreto’
dell’opera, che inevitabilmente offre il
fianco alle più diverse interpretazioni, in
chiave simbolica, mitologica, letteraria,
psicoanalitica, filosofica. La partitura di
Erwartung è la prima integralmente atonale
nella storia dell’opera, e ciò implica una
‘dissociazione’ dei parametri musicali
tradizionali (armonici, ritmici, timbrici e
melodici), che meglio di qualsiasi altro
espediente teatrale restituisce la tensione
drammatica e l’irrazionalità delle
associazioni psichiche della donna.
L’elemento portante della partitura è dato
dalla proliferazione continua del canto che,
nella varietà dei modi d’emissione indicati
- dal quasi parlato all’arioso, dal
declamato al lirico - aderisce alla logica
testuale ed emotiva del dramma. (fonte
internet) |