La prima
Kammersymphonie, finita di comporre nel
luglio 1906, mantiene lo schema in un solo
movimento del quartetto, ma in forma più
concisa. Non si tratta comunque di un lavoro
meno importante, anche se è lungo appena la
metà del: Quartetto in re.
Qui Schoenberg tendeva alla concentrazione
piuttosto che a un discorso diffuso e, come
avrebbe fatto spesso risolvendo i problemi
posti da un'idea particolare, aprì
possibilità che erano più rivolte al futuro
piuttosto che al suo interesse artistico
immediato. In primo luogo aumentò l'organico
da quattro a quindici strumenti, per poter
render possibile la presentazione simultanea
di un maggior numero di idee.
Da un altro punto di vista questo incremento
si rivelò invece come una riduzione, in
quanto sistematizzò la scrittura orchestrale
"solistica" che aveva già trovato
realizzazione in passi dei Gurrelieder e di
Pelleas, e tracciò la strada di quei piccoli
insiemi strumentali ben differenziati,
propri dello stile maturo di Schoenberg e di
molti altri compositori più giovani. Ma
l'impulso alla concentrazione interessò il
suo pensiero musicale anche a livelli più
profondi.
I due temi iniziali, basati rispettivamente
su quarte giuste sovrapposte e sulla scala
per toni interi, formano entrambi strutture
accordali; in questo modo la dimensione
melodica e quella armonica si fondono - un
procedimento che prelude all'abbandono della
tonalità nella musica di Schoenberg -, anche
se per il momento l'impianto di Mi maggiore
tiene ancora.
Che il cambiamento fosse imminente può
sembrare naturale a un ascoltatore di oggi,
ma non lo era per Schoenberg.
Completata quest'opera densissima, sentì di
essere giunto a uno stile compiutamente
maturo e le composizioni dell'anno
successivo riflettono questa convinzione.
Né il coro a otto voci Friede aufErden (che
Schoenberg definì in seguito un'illusione
scritta quando credeva ancora che si potesse
concepire l'armonia tra gli uomini), né le
Due ballate op. 12, apportano ulteriori
minacce alla tonalità. Schoenberg rimpianse
sempre di non aver avuto abbastanza tempo
per esplorare tutte le conseguenze implicite
nello stile di questo periodo e trent'anni
dopo lo riprese in considerazione. Al
momento però una crisi interiore lo spingeva
verso nuovi ambiti espressivi e accelerò
l'inevitabile rivoluzione.
Un cambiamento nella sua disposizione
d'animo si era già manifestato in
precedenza: i Lieder del 1905, ad esempio
costituiscono una parentesi difficile e
piena di dubbi tra il fiducioso Quartetto n.
1 e la prima Kammersymphonie, mentre a sua
volta la seconda Kammersymphonie, cominciata
subito dopo la prima, si apre in un nuovo
spirito di cupa rassegnazione.
Nonostante i ripetuti tentativi, Schoenberg
non riuscì a completare quest'opera in quel
periodo, forse perché non poteva conciliare
con le sue nuove preoccupazioni lo spirito
più sereno nel quale si apre il secondo
movimento.
In ogni caso fu un pezzo molto intimo e
sfuggente a parlare per lui in quel momento,
cioè il contemporaneo primo movimento del
secondo Quartetto: esso apriva una strada
che doveva essere proseguita. |