MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1906

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A.Schoenberg - Prima Kammersymphonie
La prima Kammersymphonie, finita di comporre nel luglio 1906, mantiene lo schema in un solo movimento del quartetto, ma in forma più concisa. Non si tratta comunque di un lavoro meno importante, anche se è lungo appena la metà del: Quartetto in re.
Qui Schoenberg tendeva alla concentrazione piuttosto che a un discorso diffuso e, come avrebbe fatto spesso risolvendo i problemi posti da un'idea particolare, aprì possibilità che erano più rivolte al futuro piuttosto che al suo interesse artistico immediato. In primo luogo aumentò l'organico da quattro a quindici strumenti, per poter render possibile la presentazione simultanea di un maggior numero di idee.

Da un altro punto di vista questo incremento si rivelò invece come una riduzione, in quanto sistematizzò la scrittura orchestrale "solistica" che aveva già trovato realizzazione in passi dei Gurrelieder e di Pelleas, e tracciò la strada di quei piccoli insiemi strumentali ben differenziati, propri dello stile maturo di Schoenberg e di molti altri compositori più giovani. Ma l'impulso alla concentrazione interessò il suo pensiero musicale anche a livelli più profondi.

I due temi iniziali, basati rispettivamente su quarte giuste sovrapposte e sulla scala per toni interi, formano entrambi strutture accordali; in questo modo la dimensione melodica e quella armonica si fondono - un procedimento che prelude all'abbandono della tonalità nella musica di Schoenberg -, anche se per il momento l'impianto di Mi maggiore tiene ancora.

Che il cambiamento fosse imminente può sembrare naturale a un ascoltatore di oggi, ma non lo era per Schoenberg.

Completata quest'opera densissima, sentì di essere giunto a uno stile compiutamente maturo e le composizioni dell'anno successivo riflettono questa convinzione.

Né il coro a otto voci Friede aufErden (che Schoenberg definì in seguito un'illusione scritta quando credeva ancora che si potesse concepire l'armonia tra gli uomini), né le Due ballate op. 12, apportano ulteriori minacce alla tonalità. Schoenberg rimpianse sempre di non aver avuto abbastanza tempo per esplorare tutte le conseguenze implicite nello stile di questo periodo e trent'anni dopo lo riprese in considerazione. Al momento però una crisi interiore lo spingeva verso nuovi ambiti espressivi e accelerò l'inevitabile rivoluzione.

Un cambiamento nella sua disposizione d'animo si era già manifestato in precedenza: i Lieder del 1905, ad esempio costituiscono una parentesi difficile e piena di dubbi tra il fiducioso Quartetto n. 1 e la prima Kammersymphonie, mentre a sua volta la seconda Kammersymphonie, cominciata subito dopo la prima, si apre in un nuovo spirito di cupa rassegnazione.

Nonostante i ripetuti tentativi, Schoenberg non riuscì a completare quest'opera in quel periodo, forse perché non poteva conciliare con le sue nuove preoccupazioni lo spirito più sereno nel quale si apre il secondo movimento.

In ogni caso fu un pezzo molto intimo e sfuggente a parlare per lui in quel momento, cioè il contemporaneo primo movimento del secondo Quartetto: esso apriva una strada che doveva essere proseguita.

 

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