La Sinfonia
n. 1 in fa min., composta da Sostakovic
a Pietrogrado a soli diciannove anni,
fra il 1923 e il primo di luglio del
1925, venne eseguita per la prima volta
a Leningrado il 12 maggio 1926 sotto la
direzione di Nikolai Malko, e procurò al
compositore immediata popolarità non
solo in Russia, ma anche al di fuori dei
confini del paese.
Animata da un sincero e travolgente
spirito giovanile, la Prima Sinfonia
mostra già le linee essenziali dello
stile di Sostakovic, basato su una
ritmica incisiva e a tratti bizzarra,
sull'uso spregiudicato della dissonanza
e su un lirismo a volte talmente
scoperto da risultare ambiguo.
L'influenza di Prokofiev è evidente,
anche se la strumentazione già molto
originale e il profilo dei temi rivelano
la personalità inconfondibile del
compositore.
Un Allegretto iniziale è introdotto da
una figura grottesca intonata dalla
tromba con sordina.
L'Allegro non troppo seguente, che
costituisce la parte più cospicua del
movimento, è aperto da un tema gaio e
saltellante suonato dal clarinetto, che
si riascolta, trasformato in un tempo
più lento, nel terzo movimento, e quindi
nuovamente modificato nel finale.
Un secondo tema di carattere lirico
esposto dal flauto viene poi sviluppato,
insieme al primo, secondo lo schema
classico, salvo che in tale
riesposizione l'ordine dei due appare
invertito.
Il secondo movimento è uno Scherzo
indiavolato, il cui tema beffardo si
trasferisce a un certo punto al
pianoforte accompagnato dai piatti, dai
corni e dai bassi, prima che subentri il
trio (Meno mosso), caratterizzato da
un'idea disegnata da due flauti sorretti
da un pedale di secondi violini; il tema
iniziale è ricondotto pianissimo dal
fagotto, poi la sonorità raggiunge un
fortissimo, in cui il primo tema si
mischia al secondo, e tutto infine
svanisce (morendo).
Una mesta melodia cromaticamente
atteggiata e imparentata col tema
principale del primo tempo dà avvio al
Lento successivo, intonata dall'oboe; il
Lento approda di lì a poco a un Largo,
anch'esso pervaso di malinconia e di
drammaticità.
Un rullo di tamburo unisce senza
soluzione di continuità il penultimo
movimento al finale agitato, turbinoso,
tematicamente riassuntivo della
sinfonia, con un famoso passaggio
(Adagio) per timpani soli e una gran
fanfara conclusiva. |