MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1927

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Dmitri Shostakovich - Sinfonia n.2
Sinfonista tra i maggiori del nostro secolo, Sciostakovic raccoglie in parte l'eredità mahleriana, immergendola in una visione meno pessimistica della realtà, alla luce delle speranze e degli impulsi costruttivi avviati dalla Rivoluzione d'Ottobre.
L'adorniana frase "solo a Mahler potrebbe adattarsi il termine di realismo socialista" parrebbe ispirare la concezione delle prime quattro sinfonie di Sciostakovic, se non sapessimo che quell'ispirazione era impossibile.
Il profilo umano e artistico di Sciostakovic è per molti aspetti complesso, problematico, ed è il frutto di una coscienza politica tormentata ma salda, incrollabile quanto ambigua. Di cui la natura della musica di Sciostakovic, il segreto difficile che ne alimenta la struttura e che non rientra nelle tradizionali categorie.
Ciò che colpisce nelle prime sinfonie è il carattere singolare della tematica, che investe il rapporto tra prima e seconda idea (ove è conservato il dualismo) o più generalmente tra le diverse idee melodico-tematiche: non si danno, sostanzialmente, poli opposti avviati irresistibilmente verso la felice sintesi, ma altresì momenti espressivi che si giovano talvolta dell'interdipendenza sintattica di accostamenti ripetuti e variati, che ingenerano una vivissima irrequietezza strutturale.
E' evidente che Sciostakovic non identifica la progressiva trasformazione dello schema sonatistico applicato alla specifica forma sinfonica con un'espressione del disordine esistenziale o una proiezione dell'io assoluto, volta a cogliere e smascherare la carenza ontologica mediante una avvicinamento radicale all'esperienza; in questo si individua il rapporto autentico, cioè linguistico e formale, che unisce il giovane Sciostakovic all'avanguardia artistica, letteraria, cinematografica e teatrale del suo tempo e del suo paese, la comune dimensione realistica.
La ricchezza dei mezzi e delle soluzioni vale come rifiuto programmatico della immota negatività e come testimonianza di una condizione umana inquieta ma attiva, sempre in movimento, "gestualizzata." Le immagini musicali, nelle microstrutture tematiche, conservano anche nelle più complesse variazioni una precisione è una determinazione esemplari, senza che le ossessioni timbriche "visionarie" prevalgano fino a porsi come sigla definitiva.
Costruzione vale qui nell'accezione data poi da Eisenstein trattando della struttura filmica: "la composizione prende gli elementi strutturali da fenomeni rappresentati e con questi compone il suo canone per costruire l'opera che li contiene. Nel far questo prende in realtà i suoi elementi soprattutto dalla condotta emotiva dell'uomo, unita al contenuto vissuto di questo o quel fenomeno rappresentato."
O ancora, nell'accezione precisata da Gorki nel '34: "La creazione è quel grado di tensione raggiunto dal lavoro della memoria quando il suo ritmo accelerato estrae dalle riserve di conoscenze e d'impressioni i fatti, le immagini, i particolari più salienti e caratteristici, e li rende con le parole più vive, precise, intelleggibili."
La sintesi che si trova sempre al termine delle opere sinfoniche del nostro autore, appaiono decisamente volute, meno suadenti, volontaristiche, esornative, contrastando talvolta considerevolmente con il carattere generale. La sfaccettatura tematica, strumentale e quindi formale determina passaggi da un registro comunicativo all'altro, dallo scatto pungente all'ampia frase lirica, dalle festose e violente sonorità alla lacerazione drammatica.
I tempi terminali di Sciostakovic sono quelli che maggiormente risentono del tono celebrativo, vitalistico, e denunciano la volontà di terminare la composizione con piglio edificatorio, ottimistico, a senso unico.
Poco importa che l'esplicito riferimento ad una tematica profondamente sentita dalla collettività avvenga a partire dalla Sinfonia n. 2 (sottotitolo "All'Ottobre") intesa a commemorare il decimo anniversario della Rivoluzione attraverso il coro finale che intona parole di A. Besymenski: già nella struttura della giovanile Prima si deve ravvisare una finalità che consiste nel tentativo di indurre nel fruitore il desiderio di conformare il proprio gesto ad una comune direzione di comportamento, ad una gestualità collettiva ove la carica contenutistica trascende i limiti della dialettica formale cosi come essa viene impostata all'inizio per aderire ad una tematica politica e senza pudori teorici ed estetici.

 

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