Sibelius scrisse la Prima Sinfonia in pochi 
									mesi, tra la fine del 1898 e la primavera 
									del 1899; la prima esecuzione ebbe luogo 
									sotto la direzione del compositore, il 26 
									aprile dello stesso anno, un anno 
									fondamentale per il musicista finlandese, 
									coincidente con il suo riconoscimento sulla 
									scena internazionale.  
									Se l'atmosfera generale di questa sinfonia 
									non si discosta di molto da quella dei 
									precedenti poemi sinfonici, già alcuni 
									particolari lasciano intravvedere il segno 
									del Sibelius maturo.  
									 
									Nel primo movimento, ad esempio, l'empito 
									romantico delle idee musicali viene 
									temperato da una struttura essenziale, quasi 
									classica nella sua economia, e da un sottile 
									procedimento di elaborazione tematica. La 
									lenta introduzione (Andante ma non troppo in 
									2/2) è avviata da una melodia in 28 misure, 
									intonata dal clarinetto su un rullo di 
									timpani, che tornerà a udirsi nel Finale; 
									mentre il vigoroso tema principale che apre 
									l'Allegro energico è enunciato dai violini.
									 
									 
									Nel secondo tempo (in mi bem. magg.) è 
									abbastanza evidente l'influenza della 
									Patetica di Cajkovskj; esso comincia con un 
									tema malinconico cantato da violini e 
									violoncelli con sordina in ottava e termina 
									con lo stesso tema, in un clima di grande 
									pace che conclude in pianissimo, dopo che si 
									sono succeduti momenti appassionati ed 
									episodi coloriti come quello pastorale 
									(Molto tranquillo, dolce) procurato dal 
									romantico quartetto dei corni accompagnato 
									dal mormorio dei violini e dell'arpa.  
									 
									Il tema principale dello Scherzo (cioè del 
									terzo tempo, in 3/4 e in do magg.) è 
									annunciato con vigore e giovialità da 
									accordi pizzicati di viole e violoncelli ed 
									è presentato con forza dai timpani 
									immediatamente seguiti dai violini; il trio 
									(Lento ma non troppo, in mi magg.) è invece 
									impostato su un nuovo tema dei corni.  
									 
									L'ultimo movimento è aperto da un Andante 
									introduttivo che riconduce la melodia 
									inaugurale del primo tempo, là affidata al 
									clarinetto e qui invece a tutti gli archi 
									(tranne che ai contrabbassi), che la suonano 
									appassionatamente. L'Allegro molto che segue 
									(in 2/4) elabora con libera fantasia, 
									secondo il carattere voluto dal Finale 
									(quasi una fantasia), un tema agitato, che 
									passa dall'una all'altra famiglia di 
									strumenti a partire dai legni, per cedere a 
									un certo punto a un'ampia ed espressiva 
									melodia dei violini (Andante cantabile), 
									eppoi tornare a svilupparsi prima della 
									conclusione. |