Dopo il successo della Prima Sinfonia
(eseguita anche a Parigi nel 1900),
Sibelius visitò la Germania (Heidelberg
e Berlino), la Cecoslovacchia (Praga,
ove incontrò Dvorak) e l'Italia. Proprio
qui (a Rapallo) nel febbraio 1901 egli
lavorerà alla Seconda Sinfonia, una tra
le sue più conosciute ed amate; essa
verrà completata in forma pressoché
definitiva nel novembre dello stesso
anno, ma per la prima esecuzione, in
seguito a piccoli rifacimenti, si dovrà
attendere marzo del 1902 (a Helsinki,
sotto la direzione dell'autore).
Come nella precedente, anche in questa
sinfonia è il primo movimento che
detiene il maggiore interesse. I motivi
evolvono l'uno nell'altro in maniera
quasi naturale, spontanea, ed eludono
riferimenti troppo rigidi al trattamento
di prammatica dei temi della
forma-sonata.
Specialmente il primo tempo
(Allegretto), che ha un carattere
pastorale, presenta elementi tematici
quasi aforistici; eppure la forma-sonata
vi è osservata fedelmente, col tema
principale, esposto all'inizio da oboi e
clarinetti, che torna regolarmente dopo
lo sviluppo.
Il secondo tempo, che è in re min.,
comincia con un rullo di timpani, sopra
il quale i contrabbassi formulano,
pizzicando, una figura che ripresa
successivamente dai violoncelli fungerà
d'accompagnamento a un tema doloroso
intonato dai fagotti in ottava. Il
movimento si anima via via, facendosi
sempre più drammatico sino a raggiungere
un fortissimo (Molto largamente). Dopo
di che violini, viole e violoncelli
disegnano un secondo tema espressivo in
fa diesis magg. (Andante sostenuto), che
poi passa agli strumentini prima che
torni, in fa diesis min., il tema
dell'inizio, avviando alla conclusione
il movimento.
Il Vivacissimo seguente, in 6/8 e in si
bem. magg., comincia con un agile tema
dei violini, brevemente sviluppato sino
all'apparire d'un secondo tema affidato
al flauto e al fagotto. All'oboe spetta
invece di esporre, sostenuto da accordi
di fagotti e corni, il tema del Lento e
soave (in sol bem. magg. e in 12/4) che
funge da trio. Ritorna la parte
iniziale, ritorna il tema dell'oboe,
quindi con una libera transizione il
terzo movimento si collega senza pausa
al Finale.
Questo, nuovamente in re magg., consiste
in un rondò, con un semplice tema
enunciato immediatamente da violini,
viole e violoncelli, alternato poi a
motivi secondari, e in una sonora
conclusione trionfale (Molto
largamente). |