l finale della Quarta Sinfonia era composto,
come Lied, fino dal 1892. Gli altri tre
tempi furono portati a termine nel 1900. La
prima esecuzione fu diretta dall'autore a
Monaco il 25 novembre 1901. Una corrente
d'ispirazione sotterranea unisce il primo
tempo di questa sinfonia alla Terza. Ciò è
dovuto non soltanto all'intrecciarsi
continuo del lavoro fatto per l'una e per
l'altra, ma anche al perpetuarsi di quella
rigenerata sensibilità dovuta alla
suggestione dello Zarathustra
nietzschiano. Da qui il titolo assegnato nel
primitivo progetto al movimento iniziale
("Il mondo come etemo presente"), in
perfetta sintonia con un titolo complessivo
("Humore-ske") che faceva presente quella
"gaiezza" (la Gaia scienza di Nietzsche,
appunto) che anima anche la Terza Sinfonia.
Il primo movimento è un sereno alternarsi di
agili frammenti ritmici, evocanti meccanismi
di carillon, e di brevi momenti cantabili
pieni di tenero slancio.
Il secondo movimento svolge funzione di
scherzo, con riferimento al Làndler. Il
motivo leggero di una danza all'aria aperta,
svolto all'inizio da un violino solista
accordato un tono sopra per conferirgli
intonazione popolaresca, è successivamente
ripreso da tutti i violini, inframmezzato da
richiami lontani di corno e impreziosito da
luminose sonorità di glockenspiel, triangolo
e arpa; giocato dagli strumentini, questo
motivo si ripete tante volte in uno schema
di rondò, sino a dissolversi garbatamente.
Il terzo movimento può essere considerato un
seguito di variazioni su due temi: un'ampia
e pacata melodia degli archi (esposta
inizialmente senza i violini), e un intenso
recitativo, lirico e sentimentale, diviso
inizialmente tra oboe e violini primi. Un
fortissimo sostenuto dai corni e dalle
trombe erompe poco prima della conclusione,
che poi ripiega in un'atmosfera raccolta e
stupefatta.
Il quarto movimento, in forma di Lied,
ripropone l'immagine paradisiaca infantile
del quinto movimento della Terza Sinfonia.
Una garbata ironia sui santi, le immagini
tutte terrene delle felicità gastronomiche e
del vino dispensati dalla cucina e dalle
cantine celesti: tutte le gioie cantate
dalla poesia popolare Das himmlische Leben
(La vita celeste) tratta dalla raccolta Des
Knaben Wun-derbom, e intonate da un soprano
solista, si traducono in un mondo di
trasparenze sonore, dove tutto è sorriso
perché gioco, canto e danza. |