Nella Sinfonia in re min. di Franck, ciò che
sul piano formale è affidato alla
costruzione ciclica, sul piano della
sintassi armonica si riflette nell'adozione
di un cromatismo intensamente elaborato,
certamente di derivazione wagneriana, ma
estremamente personale, nel quale si
sciolgono gli slanci di un misticismo
nutrito da impeti e struggimenti.
Il primo tempo (Lento, Allegro non troppo)
si sviluppa attraverso episodi agitati da
una continua oscillazione tonale, tra
fremiti drammatici e una rapida alternanza
di crescendi e diminuendi, che alla fine
sfociano in una perorazione intensa.
Il secondo dei tre tempi di questa sinfonia,
Allegretto, assume e unifica le funzioni
dell'adagio e dello scherzo proprie delle
tradizionali costruzioni sinfoniche in
quattro tempi, mutuando caratteristiche di
entrambi. È un brano che racchiude infatti
atteggiamenti danzanti e indugi melodici
(suggestivo, in particolare, il tema esposto
dal corno inglese sui pizzicati degli archi
e dell'arpa).
Il Finale: Allegro non troppo, in re
maggiore, riepiloga i temi esposti nei tempi
precedenti attraverso un percorso denso di
invenzioni e di spunti, sostenuto da un
fervore orchestrale riccamente elaborato,
sino a culminare in una coda di luminosa
grandiosità.
Eseguita la prima volta alla Societé
Nationale di Parigi il 17 febbraio 1889, la
Sinfonia lasciò interdetto il suo pubblico. |