Il Concerto n.1
op.1 di Rachmaninov nacque come una specie
di tesi di laurea presentata da un
giovanissimo artista ambizioso che stava per
licenziarsi dal conservatorio. Scolaro per
il pianoforte di Alexandr Siloti, e scolaro
per la composizione di Sergej Tane'ev, il
diciottenne Rachmaninov era già in grado di
comporre un concerto tale da qualificare
apertamente e autorevolmente l'aspirazione a
diventare pianista-compositore di successo
internazionale.
Quindi, una tesi di laurea che è nello
stesso tempo, potremmo dire, un discorso
programmatico per una candidatura, e che
ottenne il massimo degli allori e la dignità
di stampa: Rachmaninov compose il Concerto
tra il 1890 e il luglio del 1891, lo dedicò
a Siloti e ne eseguì il primo tempo a Mosca,
il 17 marzo 1892, sotto la bacchetta del
direttore del conservatorio di Mosca,
Safonov; nello stesso anno il Concerto fu
pubblicato.
Nel 1899, quando suonò a Londra, Rachmaninov
non esegui però il Concerto n. 1: venne
invitato a tornare l'anno dopo per
presentarlo al pubblico inglese, ma promise
di portare un concerto nuovo. E così la
prima esecuzione completa del Concerto n. 1
ebbe luogo nell'autunno, a Londra, con una
pianista inglese.
Del Concerto n. 1 noi abbiamo però oggi
familiare la versione che Rachmaninov
preparò nel 1917, quando pensava di
riutilizzare una composizione giovanile
abbandonata da quasi due decenni. Le
differenze tra le due versioni sono
rilevanti ma non sostanziali: nel 1917, in
particolare, Rachmaninov mise meno note
nella parte del pianoforte e le collocò
meglio, ottenendo un effetto più sicuro con
minore fatica. Le caratteristiche di
composizione giovanile vennero tuttavia
mantenute anche in questa seconda versione,
che Rachmaninov eseguì (ed incise in disco),
dopo aver abbandonato per sempre la Russia,
e che considerò definitiva.
L'impianto
architettonico è quello comune a molti
concerti di fine Ottocento: la parte
pianistica è ardua e spavaldamente
virtuosistica e il pianoforte ha l'assoluto
predominio, però il rapporto tra il solista
e l'orchestra non è di semplice
subordinazione ma, almeno in alcune sezioni,
di integrazione, perché alla fine del secolo
la parte orchestrale di un concerto doveva
essere interessante e per chi la suonava e
per chi l'ascoltava.
E Rachmaninov
dimostrò anche la sua vocazione di
sinfonista (vocazione che, nel ventennio
successivo, sarebbe stata la sua croce) con
un episodio puramente orchestrale nel primo
tempo e con la completa integrazione
pianoforte-orchestra nel finale.
È molto strano che, dopo una così sicura e
brillante partenza, Rachmaninov fallisse le
mosse successive. Sarebbe stato logico, che
nel 1895 partecipasse alla seconda edizione
del Concorso Rubinstein. Invece, Rachmaninov
si imbarcò nella creazione della Sinfonia n.
1, che gli costò due anni di lavoro e che
fece un fiasco colossale alla prima
esecuzione. Così, la carriera di
pianista-compositore non venne veramente
iniziata e la carriera di sinfonista venne
mancata. Solo nel 1901 Rachmaninov riprese,
e questa volta sfondando, il ruolo del
pianista-compositore; poi, nel 1917, divenne
pianista-interprete, e in quanto tale fu tra
i più grandi che la storia ricordi.
Rachmaninov era fuggito dalla Russia
rivoluzionaria, ma la partitura del Concerto
n, 1 nella nuova versione venne pubblicata a
Mosca nel 1920 dalle neonate Edizioni
Musicali di Stato. Nel 1921 l'editore
Gutheil, uscito anche lui dalla Russia,
pubblicò il Concerto a Lipsia presso la
Breitkopf e Hartel, con cui aveva stabilito
da lungo tempo rapporti di collaborazione.
Il Concerto n.1 rappresenta da un lato
l'esordio del Rachmaninov compositore e,
dall'altro, l'esordio del Rachmaninov
interprete, perché la versione del 1917
appartiene ad un artista che sa come
ottenere il massimo dal materiale che
tratta. Un serbatoio di idee compositive che
verranno sviluppate più tardi (chiunque è in
grado di scorgere nel Concerto n. 1 il
bozzolo del più celebre Concerto n. 2) ed
una scrittura perfettamente scaltrita.
Questo è il Concerto n. 1: non una creazione
assoluta, ma uno splendido saggio di ciò che
bisogna saper fare per ottenere il successo
nell'epoca a cavallo tra Ottocento e
Novecento. |