Verso la
metà del 1927 la Fondazione Coolidge
commissionò a Stravinskij un balletto
per sei danzatori, la cui durata non
avrebbe dovuto superare i trenta minuti.
Il compositore pensò subito a un
argomento mitologico e alla scuola
classica del balletto; la scelta cadde
su Apollo e le muse, ma dato il
ristretto gruppo di danzatori prescritto
nella commissione, le muse furono
ridotte da nove a tre: Calliope (poesia
e ritmo), Polimnia (arte mimica) e
Tersicore (danza).
La classicità del soggetto determinò
alcune scelte decisive per l'immagine
sonora del lavoro: l'orchestra limitata
ai soli archi, l'armonia improntata a un
rigoroso diatonismo, la quasi totale
assenza di irregolarità ritmiche.
La stesura vera e propria iniziò alla
metà di luglio del 1927; a settembre il
prologo era già ultimato e nel giro di
quattro mesi l'intera partitura fu
completata.
La prima rappresentazione si svolse,
come espressamente previsto dalla
commissione, a Washington, il 27 aprile
1928.
Il 12 giugno successivo Apollon Musagète
approdò a Parigi, con una nuova
coreografia di Balanchine e con Serge
Lifar nel ruolo di Apollo.
Questo balletto rappresentò per
Balanchine la definitiva affermazione
internazionale, nonché l'inizio di un
lungo e fruttuoso sodalizio artistico
con Stravinskij.
"Ciò che serve per l'ordinamento e la
cristallizzazione di un'opera è che gli
elementi dionisiaci che stimolano la
fantasia di un compositore e fanno
crescere la linfa della sua
immaginazione siano messi sotto
controllo prima di causare una febbre,
siano insomma sottoposti a una
disciplina: questo è l'ordine di
Apollo".
Così si esprimeva Stravinskij nella
Poetica della musica; in queste parole
c'è tutta la concezione dell'Apollon
Musagète, come appare evidente fin dal
primo quadro, Nascita di Apollo. |