L'idea
primigenia de L'histoire du soldat
nacque durante una conversazione tra
Stravinskij e lo scrittore svizzero
Charles-Ferdinand Ramuz. I due
progettarono un lavoro che fosse il più
semplice possibile da allestire,
qualcosa che non richiedesse né le
strutture di un grande teatro, né
un'ampia orchestra sinfonica, né grandi
cantanti. Pensarono addirittura a un
teatro mobile per una tournée nelle
città svizzere.
Ramuz suggerì una storia messa in scena
in forma recitata; compositore e
scrittore concordarono sul fatto che la
musica dovesse essere indipendente dal
testo per poter essere eseguita anche in
forma di concerto.
Quando si trattò di scegliere il
soggetto, il suggerimento decisivo venne
da Stravinskij, che ricordò un racconto
di Afanaseev, ambientato nel periodo
delle guerre tra Russia e Turchia, nel
quale, come lo stesso compositore
scrisse nelle sue Expositions, "il
soldato giuoca il Diavolo facendogli
bere troppa vodka. Dà poi al Diavolo una
manciata di pallini di piombo da
mangiare assicurandolo che è caviale
così che il Diavolo muore dopo averli
inghiottiti".
Ramuz, affascinato da questo soggetto,
si mise subito al lavoro. Riguardo alla
scelta dell'organico strumentale,
Stravinskij così si espresse nelle
Chroniques de ma vie: "...avrei dovuto
utilizzare un piccolo numero di
strumentisti. ... l'unica soluzione era
scegliere un gruppo di strumenti che
comprendesse i tipi più rappresentativi,
nell'acuto e nel grave, delle diverse
famiglie strumentali: per gli archi,
violino e contrabbasso; per i legni,
clarinetto (perché ha maggiore
estensione) e fagotto per gli ottoni,
cornetta e trombone. Infine, gli
strumenti a percussione, che avrebbero
dovuto essere suonati da un solo
esecutore il tutto, naturalmente, sotto
la guida di un direttore".
La prima rappresentazione dell'Histoire
ebbe luogo al Théàtre Municipal di
Losanna il 28 settembre del 1918, sotto
la direzione di Ernest Ansermet, che
diresse anche la prima esecuzione della
suite da concerto, avvenuta alla Wigmore
Hall di Londra il 29 luglio del 1920.
LA STORIA DEL SOLDATO
- Parte prima
Scena I.
Il Soldato, tornato in licenza al suo
paese, viene avvicinato dal Diavolo, che
gli chiede il violino in cambio di un
libro magico e lo invita a passare tre
giorni con lui: il Soldato accetta.
Scena II
Tornato a casa, il Soldato scopre che
non sono passati tre giorni ma tre anni.
Ricompare il Diavolo e gli offre una
scatola magica portafortuna.
Scena III.
Il Soldato è già stanco della ricchezza.
Compare il Diavolo, travestito da
mezzana, e gli offre, oltre a varie
merci, il suo vecchio violino. Il
Soldato vuole ricomprarlo, ma scopre che
non riesce a trarne alcun suono e lo
getta via.
- Parte seconda
Scena IV.
Il Soldato, tornato povero, giunge in
una città il cui re ha promesso la mano
della figlia malata a chi riesca a
guarirla. Il Soldato si imbatte nel
Diavolo, che ha ancora il violino, e
gioca a carte con lui; poi lo fa bere
finché il Diavolo perde i sensi,
cosicché il Soldato può recuperare il
suo violino.
Scena V.
La Principessa giace malata. Il Soldato
entra e suona il violino: subito la
Principessa si rianima e danza un tango,
un valzer e un ragtime, poi cade tra le
braccia del Soldato. Entra il Diavolo
con le sue vere sembianze: il Soldato
suona il violino e costringe il Diavolo
a ballare fino a cadere stremato. Il
Soldato e la Principessa lo trascinano
fuori scena.
Scena VI.
Poco tempo dopo il loro matrimonio, il
Soldato e la Principessa visitano il
villaggio del Soldato; ma compare il
Diavolo, che ha recuperato il violino, e
suonandolo costringe il Soldato a
seguirlo. |