MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1910

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Igor Stravinskij - Uccello di Fuoco - Balletto
All'inizio del 1909 Diaghilev avanza l'idea di aggiungere al repertorio dei Ballets Russes un nuovo balletto, basato sulla leggenda dell'uccello di fuoco. Il soggetto era già stato sfruttato da Caterino Cavos, musicista veneziano residente in Russia, in un'opera del 1822, e in un lavoro dal titolo Kastchei l'immortale, presentato da Rimskij-Korsakov nel 1902.
L'argomento proviene dalla confluenza di varie leggende ed è presente in forme diverse nella famosa raccolta di antiche fiabe popolari russe di Aleksandr Afanasiev, pubblicata verso la metà del diciannovesimo secolo. Se ne conoscono numerose versioni con titoli originali: Il racconto di Ivan Tsarévitch, L'uccello di luce e il lupo grigio, Kastchei l'incantatore, tutte facenti capo al patrimonio russo della fiaba di magia.
Stravinskij lavora alacremente al soggetto dell'Uccello di fuoco già a partire dal novembre del 1909. La composizione verrà terminata a Pietroburgo nel marzo del 1910; si dovrà attendere il mese di maggio perché ne sia ultimata anche la partitura orchestrale. Nonostante il soggetto descrittivo sia lontano dalla natura stravinskijana, il compositore non riesce solo a creare un lavoro di indubbio fascino musicale, ricco di scintillanti numeri di danza; sviluppa anche un tipo originale di recitativo muto, ingenuo ma efficace, da adattare ai numerosi passaggi di mimo.
La sceneggiatura del balletto è affidata a Fokin, il compositore studia la sceneggiatura per le esigenze coreografiche di Aleksandr Golovin. Il balletto è presentato al pubblico parigino dell'Opera la sera del 25 giugno 1910.

Il balletto si articola in un atto e due quadri - il primo abbraccia quasi tutta la vicenda, il secondo si limita a narrare la fine dell'immortale Kastchei e la scomparsa del suo castello - nei quali è narrata la fiaba che vede contrapporsi due esseri magici: lo splendente uccello di fuoco, che interpreta il ruolo della fata buona, e l'orco dai verdi artigli, l'immortale Kastchei. Fokin e Stravinskij, che collaborano alla stesura della vicenda, ripropongono sulla scena l'eterna lotta tra le forze del bene e del male: da un lato il magico uccello di fuoco, dall'altro Kastchei, che tiene prigioniere di un incantesimo le fanciulle e muta gli uomini in pietra; mostro immortale fino a quando la sua anima, nascosta in uno scrigno sotto forma di uovo, rimarrà intatta.

 

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