Webern si
era sposato e stava costruendosi una
famiglia: perciò gli era necessario
trovare un lavoro retribuito. Il suo
primo impiego nel 1908 fu come secondo
direttore di un'orchestra di Bad Ischi
dove egli dovette dirigere operette,
un'attività che gli ripugnava. Nei
dodici anni successivi egli occupò
posizioni simili a Vienna, Teplitz,
Danzica, Stettino e Praga: nel 1911
trascorse un breve periodo a Berlino per
essere vicino a Schoenberg che all'epoca
lì viveva, e fu chiamato al servizio
militare nel 1915-16.
Così tra il 1909 ed il 1910 compose i
Cinque movimenti per quartetto d'archi,
op. 5, i Sei brani per grande orchestra,
op. 6, i Quattro brani per violino e
pianoforte, op. 7 e le Due arie su
poesie di Rainer Maria Rilke per canto e
otto strumenti, op. 8.
Questi sei brani segnano la metà del
percorso, nel viaggio di scoperta di
Webern, che porta dalla Passacaglia
post-brahmsiana op. 1, all'annientamento
stilistico dell'influenza brahmsiana nei
Tre brevi brani, op. 11, per violoncello
e pianoforte, dal suono massiccio alla
quasi estinzione di esso. Vi è già poca
ripetizione o estensione melodica, e
sebbene l'orchestra sia grande (più
grande di quanto mai egli sarebbe stato
solito usare in seguito) i tutti sono
solo di dutata momentanea. La
descrizione propria dell'autore dei Tre
brani per pianoforte, op. 11 di
Schoenberg sembra ancora più appropriata
per i suoi sei brani: "Nessun motivo
viene sviluppato; tuttalpiù una breve
progressione viene direttamente
ripetuta. Una volta enunciato, il tema
esprime tutto ciò che ha da dire; deve
essere seguito da qualcosa di fresco".
Dei sei movimenti, solo il secondo è
veloce; il terzo è talmente breve (11
battute) e così calmo (non supera mai il
piano) che spesso è appena percettibile
ed il quarto, con le sue percussioni
soffocate di ostinato, è una spettrale
marcia funebre.
La prima rappresentazione ebbe luogo a
Vienna nel 1913, diretta da Schoenberg,
cui l'opera è dedicata. |