La
concisione di questi brani è tale che
quelli precedenti sembrano di dimensioni
colossali: qualche motivo, qualche
accordo, qualche ostinato e la musica è
finita.
La composizione con la quale si avvicina
più letteralmente a un brano costituito
da sole dodici note, è l'op. 10, n.4.
Le prime dodici note esauriscono il
totale cromatico, ma il pezzo non è
seriale. Si può rilevare l'importanza di
alcuni gruppi di note (uno è formato
dalle prime tre note del mandolino e
ricorre più volte e in importanti
momenti di giuntura), come in tutte le
composizioni atonali non seriali di
Webern, eppure la struttura musicale
resta enigmatica: l'unico elemento
chiaro è forse quello costituito dagli
ultimi intervalli di ciascuno dei
quattro frammenti melodici.
Nonostante sia più breve del solito,
l'op.10 n.4 in essa culminano le
tendenze implicite nella musica di
Weber.
Non c'è quasi una polifonia lineare, la
musica è virtualmente priva di metro, la
struttura è aperta, il timbro cambia di
battuta in battuta, le dinamiche sono
molto tenui e le frasi non comprendono
più di sei note.
L'op.10 richiede al massimo venti
esecutori, con un precario equilibrio
tra fiati, archi e percussioni. Inoltre
vi è qualcosa dell'orientalismo
dell'ultimo Mahler, anche se Webern ne
fa un uso estremamente allusivo.
Questa ricercatezza culmina nelle prime
tre note dell'op.10 n.1, ciascuna
affidata a strumenti diversi; tuttavia,
i precorrimenti di ciò che in seguito fu
definito "puntillismo" sono pochi e la
strumentazione dell'op.10 n.4 è molto
più tradizionale.
I progetti di Webern per quella che
avrebbe pubblicato come op.10 cambiarono
più volte.
Webern piangeva ancora la perdita della
madre, morta nel 1906, come scrisse a
Berg nel 1912: "Tranne i pezzi per
violino e alcuni brani per orchestra,
tutte le mie composizioni dalla
Passacaglia in poi si riferiscono alla
morte di mia madre". Se le qualità
espressive prevalenti nella musica di
Webern dall'op.1 all'op.11 sono il
dolore e il senso di abbandono, la
peculiarità di queste opere consiste nel
loro essere insieme funebri e
straordinariamente intense. |