MUSICA CLASSICA E ARTE  2008

1913

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A.Webern - Cinque brani per orchestra op.10
La concisione di questi brani è tale che quelli precedenti sembrano di dimensioni colossali: qualche motivo, qualche accordo, qualche ostinato e la musica è finita.
La composizione con la quale si avvicina più letteralmente a un brano costituito da sole dodici note, è l'op. 10, n.4.

Le prime dodici note esauriscono il totale cromatico, ma il pezzo non è seriale. Si può rilevare l'importanza di alcuni gruppi di note (uno è formato dalle prime tre note del mandolino e ricorre più volte e in importanti momenti di giuntura), come in tutte le composizioni atonali non seriali di Webern, eppure la struttura musicale resta enigmatica: l'unico elemento chiaro è forse quello costituito dagli ultimi intervalli di ciascuno dei quattro frammenti melodici.
Nonostante sia più breve del solito, l'op.10 n.4 in essa culminano le tendenze implicite nella musica di Weber.

Non c'è quasi una polifonia lineare, la musica è virtualmente priva di metro, la struttura è aperta, il timbro cambia di battuta in battuta, le dinamiche sono molto tenui e le frasi non comprendono più di sei note.

L'op.10 richiede al massimo venti esecutori, con un precario equilibrio tra fiati, archi e percussioni. Inoltre vi è qualcosa dell'orientalismo dell'ultimo Mahler, anche se Webern ne fa un uso estremamente allusivo.

Questa ricercatezza culmina nelle prime tre note dell'op.10 n.1, ciascuna affidata a strumenti diversi; tuttavia, i precorrimenti di ciò che in seguito fu definito "puntillismo" sono pochi e la strumentazione dell'op.10 n.4 è molto più tradizionale.

I progetti di Webern per quella che avrebbe pubblicato come op.10 cambiarono più volte.

Webern piangeva ancora la perdita della madre, morta nel 1906, come scrisse a Berg nel 1912: "Tranne i pezzi per violino e alcuni brani per orchestra, tutte le mie composizioni dalla Passacaglia in poi si riferiscono alla morte di mia madre". Se le qualità espressive prevalenti nella musica di Webern dall'op.1 all'op.11 sono il dolore e il senso di abbandono, la peculiarità di queste opere consiste nel loro essere insieme funebri e straordinariamente intense.

 

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