Sei arie, 
										op. 14 (1917-21) 
										Con queste lieder Webern comincia ad 
										inoltrarsi nelle acque inesplorate che 
										giacciono tra l'ormai sicuro territorio 
										dell'armonia cromatica libera 
										(atonalità) ed il mondo ancora lontano 
										del cromatismo ordinato (composizione 
										dodecafonica).  
										Qui la collocazione della parola è 
										interamente astratta, con la parte della 
										voce che forma una sponda "strumentale" 
										aggiuntiva nelle linee che attraversano 
										e riattraversano in ogni dove la 
										struttura.  
										La prima e l'ultima aria sono 
										orchestrate per il quartetto strumentale 
										completo, la seconda è per clarinetto 
										basso e strumenti a corda, la quarta è 
										per i due clarinetti e violoncello, la 
										quinta per clarinetti e violino. |