Singspiel di B. Brecht (1927; seconda
versione, in tre atti, 1930) — L'opera
Mahagonny tiene conto coscientemente di ciò
che l'opera, come genere artistico, ha di
assurdo.
Ciò che l'opera ha di assurdo consiste nel
fatto che essa si serve di elementi
razionali, che tende verso una
rappresentazione realistica, ma nello stesso
tempo tutto ciò viene annullato dalla
musica": fin qui Brecht, il quale
riconoscendo la natura "gastronomica" dello
spettacolo pensava di approfittare del
convenzionale per assegnargli connotazioni
diverse, più avanzate, ammettendo al
contempo che in Mahagonny non realizza
ancora interamente il carattere didattico, e
vale principalmente come aggiornamento del
tradizionale spettacolo di teatro musicale.
Infatti non ci troviamo di fronte a pezzi di
musica di scena intercalati alla
recitazione, bensì di un'opera nel vero
senso della parola, basata sull'esperienza
inconsueta del song.
Si tratta di un racconto anticapitalistico,
la storia delle fortune e delle sfortune di
una città dove si vive nell'idolatria del
profitto e dove ogni valore umano viene
sacrificato al mito produttivo,
all'espansionismo economico che trascina
alla rovina chiunque tenti di sottrarsi al
flusso letale.
La carica critica è in gran parte derivata
dall'uso personalissimo che Weill fa delle
canzoni, ridotte a relitti, a schegge di una
realtà in disfacimento, raccolte solo in
quanto reperti esistenziali
irrimediabilmente compromessi, fruibili
unicamente come detriti. |