L'incontro più intenso di Bartók con la
tradizione popolare ebbe luogo nel 1907,
quando si recò nei Carpazi Orientali, in
Transilvania, per raccogliere canzoni
degli abitanti dei villaggi Székely di
lingua ungherese. Il tumulto interiore
rese la missione ancor più impellente:
il compositore si era innamorato di una
violinista diciannovenne, Stefi Geyer,
che aveva accolto le sue avance prima
con divertimento e poi con una certa
preoccupazione. Entrambe le lettere che
scrisse quell'estate a Stefi Geyer e i
suoi meticolosi appunti sulle canzoni
della Transilvania danno l'impressione
che un'anima blindata in se stessa si
stia aprendo al caos del mondo esterno.
Come Grainger in Inghilterra, Bartók
portò con sé un cilindro fonografico
Edison, e ascoltò attentamente mentre la
macchina registrava. Osservò il tempo
flessibile delle frasi cantate, il loro
accelerare nei passaggi ornamentali e il
loro rallentare verso la fine. Notò che
le frasi erano rara - mente di forma
simmetrica, che potevano venir aggiunti
o sottratti un ottavo o due. Apprezzò le
sottili variazioni di altezza, un'ombra
sopra o sotto la nota data, ottenute con
l'uso dei glissati, così come le note
dissonanti che conferivano originalità o
mordente. Capì che le figurazioni
ornamentali potevano evolversi in nuovi
temi, che ritmi comuni legavano insieme
temi disparati, che le canzoni si
muovevano in circolo invece che
spostarsi da un punto all'altro.Tuttavia
si rese conto che i musicisti folk erano
anche in grado di suonare rigorosamente
a tempo quando la situazione lo
richiedeva. Giunse a intendere la
musica rurale come una specie di arcaica
avanguardia, tramite la quale avrebbe
potuto sfidare tutte le banalità e le
convenzioni. Le delusioni
sentimentali possono sortire un effetto
radicalizzante, come sembra dimostrare
il caso di Schoenberg nel 1907 e 1909.
In quegli stessi anni Bartók, che si
struggeva per Stefi, si allontanò
bruscamente dalla tonalità romantica. Il
Concerto per violino n. 1, il suo lavoro
più importante di questo periodo, lo
mostra ancora legato a un'estetica
straussiana, con un tema di cinque note
che rappresenta l'amata all'inizio del
brano. Non realizzò il progettato terzo
movimento, che avrebbe dovuto mostrare
il lato "odioso" della sventurata
fanciulla.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |