Le tendenze opposte di Berg si
scontrarono nei Tre pezzi per orchestra,
che furono scritti nel 1914, cinque anni
dopo i Cinque pezzi di Schoenberg e i
Sei pezzi di Webern. Di concezione
completamente sinfonica, sono
schoenber-ghiani quanto al contenuto, ma
mahleriani nella forma. Il movimento
finale è una fantasmagorica Marcia per
l'orchestra al completo, con tanto di
roboanti rulli di tamburi e aspri
squilli di tromba. La pagina è nera di
note; gli strumenti si trasformano in
una folla inferocita che dai marciapiedi
si riversa in strada. Nel finale
appare un fugace miraggio di pace: le
figurazioni dell'orchestra si arricciano
simili a ciuffi di nuvole, mentre il
violino solista suona una melodia
dolente come un lamento funebre. Nel
frattempo, l'arpa e la celesta insistono
su una figura monotona, che ricorda il
ticchettio di una bomba. Esplode nelle
ultime battute, con una nota deflagrante
di tromba e trombone, un movimento
scomposto degli ottoni che si avvolgono
a spirale verso l'alto, concludendosi
con una martellata percussiva nel
registro basso. Il giorno in cui fu
completata la Marcia, domenica 23 agosto
del 1914, fu una data ignominiosa nella
storia militare. La prima guerra
mondiale era cominciata all'inizio del
mese.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |