Wozzeck estrae il suo coltello,
accompagnato da fatali colpi di timpano.
Uccide Marie all'improvviso e
sbrigativamente, quasi senza un commento
orchestrale. Quando abbandona
precipitosamente la scena, l'orchestra
ricostruisce l'episodio della morte con
un'incredibile successione di suoni.
Ritorna il Si, mormorato in modo quasi
impercettibile da un corno con sordina.
Poi gli strumenti convergono uno dopo
l'altro sulla stessa nota, creando uno
splendente fascio di luce sonora. Come
ha dimostrato il compositore e teorico
Robert Cogan con l'ausilio di immagini
spettrografiche, l'orchestrazione di
questa nota produce una massa di
armonici di eccezionale ricchezza,
basata su un accordo di Si maggiore.
Dopo aver raggiunto il climax con un
accordo dissonante e un raccapricciante
ritmo funebre alla grancassa, il
crescendo ricomincia, questa volta con
l'aggiunta dell'intera sezione di
percussioni, così che i nitidi armonici
cedono il passo a un'ondata di rumore.
"Come la scena dell'assassinio," scrive
Cogan, "questo climax si spinge
all'estremo limite, spostandosi dalla
soglia dell'udibile alla soglia del
dolore". Come in un rapido montaggio
cinematografico, la scena si trasforma
in una taverna, dove un pianino scordato
sta suonando una polka sgangherata,
usando lo stesso ritmo che avevamo
appena sentito dalla grancassa. Wozzeck
è seduto a uno dei tavoli, col sangue
che gli cola dalla mano. La gente
interrompe le danze sfrenate per
accusarlo di omicidio, e lui torna di
corsa allo stagno per disfarsi delle
prove. Mentre l'orchestra suona
trasposizioni fluttuanti di un accordo
di sei note, viene sommerso dalle onde.
Il Capitano e il Dottore passano di lì
un attimo dopo, meravigliandosi
dell'immobilità sovrannaturale della
scena. Sembra quasi che stiano
esaminando una tela a una mostra della
Secessione. E adesso arriva il colpo da
maestro. Al termine della penultima
scena, l'orchestra espone una specie di
orazione senza parole, che, per usare
quelle dello stesso Berg, è "una
confessione dell'autore che adesso esce
dall'azione drammatica per entrare in
scena... un appello all'umanità
attraverso i suoi rappresentanti.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |