Milhaud, allo stesso modo, impiegò
addirittura diciannove strumenti a
percussione per il suo estroso balletto
L'Homme et son désir. Realizzò anche due
splendide fantasie basate su melodie
brasiliane, Saudades do Brasil e Le
Boeufsur le toit. Dal momento che gran
parte dei complessi ritmi che
comparivano nel jazz degli inizi
provenivano dalla musica
latino-americana, Milhaud compì un
facile passaggio alla scrittura basata
sul jazz. Quando tornò a Parigi, nel
1919, conservò l'abitudine di concludere
la settimana con una nottata in città.
Il sabato sera invitava compositori e
artisti di gusti affini a cena a casa
sua, per poi condurli nelle regioni
selvagge della città moderna: "le
giostre a vapore, i baracconi dei
misteri, le Figlie di Marte, i tiri a
segno, i giochi d'azzardo, i serragli di
bestie feroci, il baccano degli organi
meccanici con le loro schede perforate
che sembrano suonare simultaneamente e
implacabilmente tutte le canzoni del
varietà e delle riviste." Quando la
folla del sabato sera divenne troppo
nutrita da gestire, Milhaud spostò le
sue soirée in un'enoteca su rue Duphot,
in una stanza chiamata BarGaya.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |