MUSICA CLASSICA MP3

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Indietro Schoenberg
 
In quell'estate del 1908 portò a termine il Quartetto n. 2, in cui esita a un crocevia, contemplando varie strade che sibiforcano davanti a lui. Il primo movimento, scritto l'anno precedente, impiega ancora un linguaggio tardo-romantico piuttosto convenzionale. Il secondo movimento, per converso, è un allucinante Scherzo, diverso da tutta la musica dell'epoca. Contiene frammenti del brano popolare Ach, du lieber Augustin, (la stessa canzone che rivestiva un significato psicanalitico per Mahler, o almeno così diceva Freud). Per Schoenberg, il pezzo sembra rappresentare il mondo del passatoche si sta disintegrando; il verso cruciale è "Alles ist hin" (Tutto è perduto). Il movimento si conclude con una temibile sequenza di figure di quattro note, formate da quarte separate da un tritono. In esse si possono ritrovare echi della scala in due parti da cui prende le mosse Salome.
Ma non c'è più la sensazione di uno scontro tra diverse tonalità. È invece lo stesso concetto di accordo a dissolversi in una matrice di intervalli. Negli ultimi due movimenti del Quartetto un soprano si unisce agli archi per cantare due poesie di George, Litania e Rapimento. I testi appartengono a un più ampio ciclo che George scrisse in memoria di un bel giovane, Maximilian Kronberger, morto di meningite il giorno dopo il suo sedicesimo compleanno, lasciando il poeta in preda all'angoscia. Schoenberg sembra identificarsi non solo col sentimento del poeta, ma anche con il suo bisogno di manipolare il dolore a fini espressivi, nel nome dello spirito di sacrificio e della purificazione. Litania è un grido che implora la rapida fine del tormento dei sensi e dello spirito: "Uccidi la brama, chiudi la ferita!" Rapimento, apice del ciclo "Maximin" di George, offre la soluzione. Comincia in una condizione di profonda estraniazione, con l'alienazione dell'individuo che diventa universale:

Io sento l'aria ora di un'altra sfera E mi scolorano nel buio i volti Benignamente a me prima rivolti.

Questa brezza marziana viene evocata con delicati, sinistri flussi di note che fanno pensare all'episodio della Salome in cui Erode ha l'allucinazione di un vento gelido. Gli effetti speciali degli archi (sordina, armonici, arco al ponticello) accentuano il senso di estraneità, mentre il canto diventa una serie di sussurri e grida acutissime. Poi avviene la trasformazione:

Di là rapito dalla nube estrema... Una favilla io ormai del fuoco sacro Io solo un rombo della sacra

Il soprano declama le frasi con ritmo solenne, imperturbabile. Gli archi indugiano su accordi prolungati, gran parte dei quali possono venir indicati in base al vecchio sistema armonico, sebbene siano stati sradicati dalla connessione organica della tonalità e si muovano come una processione di fantasmi. Nel momento clou in cui la voce recita la parola "sacra", l'accordo caratteristico del compositore, la combinazione dissonante di una quarta e di un tritono, risuona con potenza inesorabile. Nonostante ciò, Schoenberg non è ancora pronto a varcare il confine. In chiusura, l'accordo dissonante cede il passo a un fa diesis maggiore che, alla luce di ciò che l'ha preceduto, suona bizzarro e surreale. L'opera è dedicata a "mia moglie". Schoenberg rimase sottol'incantesimo di Stefan George

(Alex Ross – Il resto è rumore. Ascoltando il XX secolo)

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