I primi lavori di Sibelius, come le
contemporanee opere di Strauss,
obbediscono a una specie di logica
cinematografica cheposiziona immagini
disparate a stretto contatto. Ma laddove
Strauss, e in seguito Stravinskij, usava
rapidi stacchi, Sibelius preferiva
lavorare su riprese lunghe. Sibelius
terminò le sue due prime sinfonie
rispettivamente nel 1899 e nel 1902. In
apparenza, si trattava di tipici drammi
orchestrali di un animo eroico, sebbene
la tendenza di Sibelius a scomporre i
temi in tessiture mormoranti risultasse
bizzarra ai suo primi ascoltatori. I
finlandesi si appropriarono rapidamente
della Seconda come dell'emblema della
liberazione nazionale; il direttore
d'orchestra Robert Kajanus vi ravvisò la
"più accorata protesta contro tutte le
ingiustizie che minacciano il presente,"
oltre a "previsionifiduciose sul
futuro". In altre parole, la sinfonia fu
intesa come un gesto di sfida nei
confronti dello zar. Anche se Sibelius
respinse questa interpretazione, la
lotta di liberazione finlandese giocò
probabilmente un ruolo centrale nel suo
pensiero. Nel finale della Seconda, una
figura delle viole che si insinua
lentamente per poi crescere e decrescere
mostra una chiara somiglianza con quella
della seconda scena del Boris Godunov di
Musorgskij, la scena in cui il monaco
Pimen riferisce le scelleratezze dello
zar Boris. In un'epoca in cui le
dichiarazioni verbali di sentimenti
patriottici venivano censurate dai
sovrintendenti dello zar (in
un'occasione Finlandia dovette venir
presentata sotto il titolo Impromptu) la
Seconda funse da punto di riferimento
per le dimostrazioni nazionalistiche
clandestine.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |