Il finale si dirada progressivamente,
quasi che il vento avesse strappato dai
leggii alcune delle parti orchestrali. E
musica che si trova di fronte alla
prospettiva dell'estinzione, una
premonizione del silenzio in cui il
compositore sarebbe sprofondato due
decenni dopo. Erik Tawaststjerna,
biografo di Sibelius, rivela che la
sezione centrale del movimento è basata
sugli abbozzi preparati dal compositore
per un arrangiamento per la voce de il
corvo di Edgar Allan Poe nella sua
traduzione tedesca. Non è difficile
intuire perché uno studioso del Kolevala
apprezzasse le ipnotiche ripetizioni di
immagini di Poe, e neppure perché un
uomo con la conformazione psicologica di
Sibelius fosse attratto dalla sua
melanconia:
"Lascia la mia pace
integrai Lascia il busto e la dimorai
Togli il rostro dal mio cuore, abbandona
queste murai" Disse il Corvo: "Mai più,
ora."
La versione tedesca
riproduce il ritmo dell'originale di
Poe, così che l'ascoltatore curioso può
facilmente mettere in relazione i versi
de il corvo con il corrispondente
materiale nel finale della Quarta. Il
sommesso pianto del flauto e dell'oboe
nella coda si adattano perfettamente
alle parole, "Disse il Corvo: 'Mai più,
ora'". La sinfonia si chiude con
accordi imperturbati che recano il segno
dinamico mezzoforte, di per sé
sorprendente, poiché gran parte delle
grandi sinfonie romantiche si concludono
con un fortissimo. Le opere di Wagner e
i poemi sinfonici di Strauss terminano
spesso con un pianissimo, in una
disposizione idilliaca o tragica.
Sibelius non finisce con un'esplosione,
né con un sussurro, ma con un plumbeo
tonfo. Quando la Quarta fu eseguita per
la prima volta nell'aprile del 1911, il
pubblico finlandese rimase perplesso.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |