Bertolt Brecht, il principale
collaboratore letterario di Weill,
avrebbe dato un risvolto politico al
concetto di Gestus, descrivendolo come
un trasferimento d'energia
rivoluzionaria dall'autore al pubblico.
Tuttavia, per Weill esso ebbe sempre un
senso più pragmatico, cui la politica
poteva venir collegata o meno. I primi
tentativi di Weill nell'ambito del
teatro musicale furono opere in un atto:
Il protagonista, una vicenda quasi
horror in cui un attore elisabettiano,
incapace di distinguere l'arte dalla
realtà, uccide la sua stessa sorella in
scena; RoyalPalace, in cui una donna di
mondo si getta in un lago invece di
rassegnarsi alla vita spiritualmente
vuota dell'età del Jazz; e Lo zar si
lascia fotografare, nel quale
un'anarchica che si finge fotografa
dell'alta società tesse le fila di un
complotto per assassinare lo zar.
Ciascuna di queste opere contiene
momenti fondamentali - "gesti" in senso
musicale se non politico - nel quale un
suono popolare e ordinario cattura
l'attenzione dell'ascoltatore. Nel
Protagonista è un vivace ottetto di
legni e ottoni che si insinua nelle
elucubrazioni dissonanti dell'orchestra.
In Royal Palace sono lo squillo del
clacson di un auto e il clangore
metallico di un pianoforte da bettola
che illustrano un innovativo interludio
cinematografico al centro del pezzo.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |