Galvanizzato dalla scena messicana,
Copland cominciò ad abbozzare il poema
sinfonico El Salón México che, sei
anni dopo, gli avrebbe dato l'agognato
successo di pubblico. El Salón trabocca
di melodie e ritmi di danza
messicani. Al tempo stesso, conserva
l'enfatica incisività delle sue prime
partiture moderniste. Come ha
sottolineato Michael Tilson Thomas, le
vivaci figurazioni ascendenti
all'inizio di El Salón ricordano alcuni
passaggi delle Piano Variations. Allo
stesso modo, le declamazioni
oratoriali in semiminime dei tromboni e
dei corni nelle pagine conclusive
richiamano alla mete i rudi squilli
che davano il via alla Symphonic Ode
della fine degli anni venti. Simili gesti
servono a caratterizzali il materiale
folk, facendolo evadere dal regno del
cliché riarrangiato.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |