Sostakovic non fu il primo compositore
russo a venir censurato dallo stato. Nel
1935, Gavriil Popov, un artista di
grande talento che aveva studiato
insieme a Sostakovic al conservatorio di
eningrado, presentò la sua Sinfonia n.
1, un lavoro lungo un'ora di smisurata
potenza cui le successive sinfonie di
Sostakovic devono molto. Dopo la prima,
una commissione della censura denunciò
la sinfonia di Popov come un'opera che
tradiva "la natura del nemico di classe"
e ne proibì ulteriori esecuzioni. Con
l'appoggio di Sostakovic, Popov riuscì a
far ritirare questa decisione. Ma il
rinnovato assalto al formalismo
artistico che ebbe luogo nel 1936
comportò la messa al bando del brano.
Popov iniziò una lunga discesa
nell'alcolismo e nella mediocrità. La
differenza tra il suo destino e quello
di Sostakovic la dice lunga sulla
capacità di resistenza di quest'ultimo,
sulla sua abilità nel preservare la
propria identità musicale sotto una
pressione che avrebbe potuto facilmente
annientarla.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |