MUSICA CLASSICA MP3

 APPUNTI

Indietro Prokofiev
 
Allo stesso modo, la sua Quinta sinfonia fu acclamata come un'ispirata "sinfonia di guerra", sebbene le mancasse un programma sulla falsariga della Leningrado. Era la prima volta che Prokof'ev si cimentava in lavori su così vasta scala, quasi beethoveniani, dato che le sue precedenti sinfonie erano più simili a suite orchestrali. Sostakovic fu quasi certamente uno dei modelli di riferimento. L'architettura della sinfonia ricalca quella della Quinta di Sostakovic: un movimento d'apertura misurato, cupo, che suggerisce poderose forze in movimento; un Scherzo ameno, leggermente mordace; un movimento lento con sfumature funeree; e un finale rapido, vagamente militaresco.
Come nella Quinta di Sostakovic, sul finale è sospeso un punto interrogativo. Il movimento conclusivo è indicato come Allegro giocoso, e sembra deciso a convogliare le sue energie verso una chiusa chiassosamente festosa. Nella coda prende però il sopravvento una specie di musica meccanica dissonante e tagliente, nello stile diaholique della gioventù di Prokof'ev. A undici battute dalla fine, c'è un improvviso diminuendo, seguito da un suono che ricorda il cigolio di un ingranaggio. Questo passaggio intendeva forse alludere alla concezione staliniana dei cittadini sovietici come rotelle di un grande macchinario, ma risulta una chiusura stranamente gelida per un'opera apparentemente trionfale.
La Quinta sinfonia fu forse l'apice della carriera di Prokof ev come compositore sovietico. Il 13 gennaio del 1945 diresse personalmente la premiere nell'aula magna del conservatorio di Mosca.
Come accadde nella prima esecuzione a Leningrado della Settima di Sostakovic, il fragore dei cannoni scosse la sala prima dell'inizio del concerto, ma questa volta si trattava di una salva per salutare l'avanzata dell'Armata Rossa in Polonia dopo l'attraversamento della Vistola. Svjatoslav
Richter, che quella sera era tra il pubblico, fu ipnotizzato dall'aura di potenza del compositore: "Quando Prokof'ev si alzò, parve che la luce si riversasse su di lui dall'alto. Rimase lì in piedi, come un monumento su un piedestallo." Verso la fine del mese, il compositore ebbe un capogiro, cadde a terra e patì una commozione cerebrale. Non si riprese mai completamente dalle conseguenze della caduta. Stava cominciando l'ultima fase delle sue sventure.

(Alex Ross – Il resto è rumore. Ascoltando il XX secolo)

Copyright 2021 PAOLO FIORDALICE. Tutti i diritti riservati.