Come ricompensa, il dipartimento per
l'Agitazione e la Propaganda della
sezione musicale degli Editori di stato
commissionò a Sostakovic un grandioso
lavoro corale-orchestrale per celebrare
il decimo anniversario della Rivoluzione
d'Ottobre.Il pezzo, originariamente
intitolato A Ottobre, divenne in seguito
la Sinfonia n. 2. La sezione d'apertura
evoca i tempi prerivoluzionari con
un'istantanea del caos economico: gli
archi sono divisi in sette parti,
ciascuno dei quali si muove secondo un
ritmo indipendente. Poco dopo entrano
disordinatamente nove legni striduli,
che forse rappresentano gli
intellettuali dell'età argentea. Poi una
sirena industriale (Fa diesis) indica
l'arrivo dei bolscevichi, e la
complessità ultramoderna lascia spazio a
inni di grande semplicità. Sebbene il
testo sia banale, Sostakovic evoca un
impeto militante che anticipa i più
vigorosi "canti di lotta" di Eisler. La
Sinfonia n. 3, sottotitolata "Il Primo
Maggio", segue lo stesso schema,
redimendo l'astrazione con uno stile
magniloquente. Nonostante il lento
declino del sistema di Lunacarskij, la
scena musicale russa conservò la propria
varietà e vivacità per tutti gli anni
venti. Senza lasciare la Russia,
Sostakovic potè assorbire diverse
influenze straniere, perché fu
l'Occidente a venire da lui.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |