MUSICA CLASSICA MP3

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Per quasi due anni Sostakovic non offrì al pubblico nuove opere di rilievo. Infine, il 21 novembre del 1937, nell'aula magna della Filarmonica di Leningrado, presentò la sua Sinfonia n. 5. Il cambiamento stilistico era radicale. La Quinta seguiva un classico schema in quattro movimenti: Moderato, Allegretto, Largo, Allegro non troppo. Come la sinfonia di Beethoven che porta lo stesso numero, passava da una drammatica tonalità minore a un'esultante maggiore. Questo era un lavoro che un comune appassionato di musica - Stalin, ad esempio - avrebbe potuto comprendere.
Un successivo articolo, che apparve con la firma di Sostakovic, pubblicizzava la sinfonia come "La mia risposta creativa" e la definiva una scusa per Lady Macbeth e per la Quarta che non era stata eseguita: "Se sarò davvero riuscito a racchiudere in immagini musicali tutto ciò che ho pensato e provato dopo gli articoli della Pravda, se l'ascoltatore esigente noterà nella mia musica una svolta verso una maggior chiarezza e semplicità, sarò soddisfatto." Anche se è possibile che Sostakovic non abbia mai scritto queste parole, contengono ambiguità caratteristiche del suo modo di pensare. "Tutto ciò che ho pensato e provato" potrebbe denotare sofferenza personale e resistenza. La semplicità musicale non esclude la complessità emotiva. E facciamo attenzione al "se": nulla in questa grande opera è semplice o chiaro. Le sinfonie "eroiche" di Beethoven, la Terza e la Quinta, narrano storie di conflitto e risoluzione, di
protagonisti che superano gli ostacoli per conquistare la vittoria. Maksim Sostakovic, figlio del compositore, spiega che la Quinta del padre segue più o meno lo stesso schema: "La Sinfonia n. 5 è la sua sinfonia 'Eroica'. [Lo scrittore Aleksandr] Fadeev disse una volta che nel finale sembrava stesse rimproverando qualcuno. Mio padre rispose: non è un semplice rimprovero. L'eroe sta dicendo: 'Ho ragione io. Farò come meglio credo.'"
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Il cuore della sinfonia è il movimento lento, il Largo. Suoni che paiono singhiozzi, pianti solitari nella notte, grida d'aiuto, e persino una specie di insistente supplica di misericordia - quattro note acute ripetute dai violini riempiono l'aria. Su un sottofondo di tremoli di violino, si fa avanti un legno dopo l'altro per suonare una melodia lamentosa, che scende di una quarta e poi di una seconda maggiore, come il mesto ritornello di Mis'ry's Comin' Arouri di Jerome Kern. (Il neuroscienziato Jaak Panksepp ha studiato il fenomeno del "brivido musicale", un fremito che attraversa il corpo e fa rizzare i peli.
Un passaggio in cui uno strumento solo viene in primo piano su uno sfondo più sommesso è particolarmente adatto a creare questo effetto; Panksepp lo paragona al "grido di separazione degli animali giovani, al grido primitivo di disperazione che invoca l'attenzione e le cure di chi che dovrebbe occuparsi di loro." All'atmosfera funerea contribuisce un evidente riferimento al Boris Godunov di Musorgskij, insuperabile esempio della sofferenza russa. Le prime cinque note dell'adattamento musicale di Musorgskij delle parole "Scorrete, scorrete, lacrime amare, piangi, piangi, anima del fedele ortodosso" si sovrappongono alle ultime cinque note del tema principale del Largo di Sostakovic. Si sentono di nuovo alla fine del movimento all'arpa e alla celesta, come un carillon che scema nel silenzio. I due accordi conclusivi sono una specie di "Amen" - un gesto significativo per un compositore ateo.

(Alex Ross – Il resto è rumore. Ascoltando il XX secolo)

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