La creazione più importante di Britten
fu Peter Grimes, un'opera di
straordinariaforza drammatica impregnata
di Aldeburgh fino al midollo. Presentata
per la prima volta nel giugno del 1945,
un mese dopo la fine della guerra in
Europa, racconta di un pescatore che
provoca la morte dei suoi apprendisti e
impazzisce per il senso di colpa. La
storia è tratta dal poeta George Crabbe,
che crebbe ad Aldeburgh alla fine del
XVIII secolo, e pare abbia basato il
personaggio di Grimes su una vicenda
realmente accaduta. Il primo
interludio orchestrale nell'opera di
Britten fa rivivere la costa.
Acciaccature acute imitano le strida
degli uccelli; arpeggi simili ad
arcobaleni mimano il gioco della luce
sull'acqua; accordi rombanti degli
ottoni evocano i colpi sordi delle onde.
E una musica ricca, esuberante, che
ricorda La Mer di Debussy e gli umori
più panteistici di Mahler. Tuttavia non
incanta i sensi: l'orchestrazione è
scarna, le figure melodiche mutano
bruscamente, le sobrie armonie sono
punteggiate di dissonanze. La musica si
mantiene in perfetto equilibrio tra
familiarità e stranezza, pittorico e
psicologico. Come i poemi sinfonici di
Sibelius, dà forma all'esperienza
interiore di un viandante solitario. Nel
discorso di Aspen Britten paragonò
provocatoriamente l'irreggimentazione
della cultura negli stati totalitari a
quella che l'avanguardia si imponeva
volontariamente nei paesi democratici.
Qualunque organizzazione ideologica
della musica, disse, distorce la voce
naturale del compositore, "il suo
talento e la sua personalità". Ogni
aspetto dello stile di Britten - il suo
deliberato campanilismo, l'orientamento
tonale, la preferenza per le forme
classiche - andava controcorrente
nell'era postbellica.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |