MUSICA CLASSICA MP3

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Feldman espresse compiutamente tale lutto con il pezzo del 1971 Rotbko Chapel. Il titolo proviene da uno spazio religioso aconfessionale di Houston in cui fu collocato un ottagono di quadri di Rothko. Il pittore si era suicidato l'anno prima, e Feldman, che era stato un suo intimo amico, reagì scrivendo il lavoro più personale e toccante della sua carriera. E orchestrato per viola, soprano, coro, percussioni e celesta. Ci sono delle voci, ma nessun testo. Gli accordi e i frammenti melodici si muovono come sagome avvolte nel sudario, circondate da un denso silenzio. La viola espone frasi di ampio respiro, fluttuanti. Le percussioni tamburellano e picchiettano al limite dell'inudibile. Alla celesta e al vibrafono risuonano delicati cluster. Ci sono fugaci echi della musica del passato, ad esempio quando il coro espone accordi dissonanti che ricordano la voce di Dio in Moses und Aron di Schoenberg, o quando il soprano intona un'esile melodia quasi tonale che riecheggia le linee vocali dei Requiem Canticles di Stravinskij.
Questo passaggio fu scritto il giorno del funerale di Stravinskij, il 15 aprile del 1971 - un altro filo nel tessuto del lutto. Ma la sfera emotiva di Rothko Chapel è troppo vasta per esser considerata la commemorazione di un singolo individuo. Poco prima della conclusione arriva un cambiamento sorprendente. La viola comincia a suonare una triste melodia modale in minore che evoca una sinagoga. Feldman aveva scritto questa musica decenni prima, durante la Seconda guerra mondiale, quando frequentava la High School of Music and Art di New York. E un gesto paragonabile al momento del Wozzeck in cui Berg si affida a un vecchio pezzo in Re minore, composto durante gli anni di studio, per il climax del dramma. Al di sotto della melodia, la celesta e il vibrafono eseguono una figurazione mormorante di quattro note, che richiama alla mente la Sinfonia dei Salmi di Stravinskij. La melodia viene esposta due volte, ed entrambe le volte il coro risponde con gli accordi del dio schoenberghiano.
Queste allusioni sembrano suggerire che Feldman stia creando una musica divina, adatta alla sobria spiritualità della Rothko Chapel. In un certo senso, sta fondendo due diverse divinità, che rappresentano le due tendenze principali della musica del XX secolo: il dio remoto, ebraico, dell'opera di Schoenberg e la presenza benevola, iconica, della sinfonia di Stravinskij. Infine, c'è la possibilità che la melodia stessa, quella canzone dolce, triste e dal sapore ebraico, parli a nome di coloro che Feldman sentì piangere sotto l'acciottolato. Potrebbe essere la salmodia di milioni di persone intonata da una voce sola. Feldman era impegnato, non meno di Messiaen, nel compito di creare espressioni di alterità spirituale, che nel suo caso aveva probabilmente qualche legame con il pensiero cabalistico medievale.

(Alex Ross – Il resto è rumore. Ascoltando il XX secolo)

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