Ligeti, che non aveva ricevuto
un'educazione religiosa, non abbracciò
mai una dottrina di fede. Nonostante
ciò, verso la metà degli anni sessanta,
scrisse due opere di intonazione
religiosa e di impatto apocalittico:
Requiem, per due solisti, doppio coro e
orchestra, e Lux aeterna, per sedici
voci soliste. Non assomigliano ad alcun
brano sacro precedente. Il Requiem è un
violento assalto ai sensi di venticinque
minuti - una messa nera in cui i
cantanti sussurrano, borbottano,
parlano, urlano e strillano il testo del
Requiem. Nel "Kyrie", la sovrapposizione
in stile micropolifonico delle voci
individuali crea un effetto come di un
ululato subumano, di anime che si
fondono in una ressa infernale.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |