I primi pezzi sacri di Messiaen,
compreso il Quartetto, sono all'insegna
di una specie di surrealismo cristiano.
Hanno qualcosa in comune con i quadri
dell'ultimo Salvador Dali in cui Cristo
fluttua sopra la terra come un
astronauta o un supereroe. Tale immagine
si applica soprattutto ai principali
lavori successivi del compositore.
Visioni dell'Amen per due pianoforti e
Tre piccole liturgie della presenza
divina per coro ed ensemble strumentale,
scritti entrambi durante l'occupazione
tedesca della Francia. Le Visioni
indulgono a ciò che Griffiths chiama
"spettacolari parossismi di armonie
cadute in disgrazia... uno stadio
ulteriore nel ripudio da parte di
Messiaen di una risposta sofisticata a
ciò che rischia di risultare
musicalmente imbarazzante". Il testo
delle Liturgie inframmezza
scandalosamente al testo sacro delle
frasi erotiche, alcune tratte dalla
letteratura religiosa e altre coniate
dal compositore stesso, tutte in forma
di lettera d'amore a Dio ("Sei così
complesso e così semplice, sei
infinitamente semplice"). L'armonia è
sfarzosa e l'orchestrazione pittoresca,
e in alcuni passaggi ricorda le colonne
sonore dei film di cappa e spada di
Erich Wolfgang Korngold e Max Steiner.
In mezzo all'ensemble gemono le sonorità
fantascientifiche delle onde Martenot.
Alcuni critici mossero obiezioni - uno
paragonò le Tre piccole liturgie a un
angelo col rossetto.
(Alex Ross – Il resto
è rumore. Ascoltando il XX secolo) |